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Messina, la Falce inquinata: "Sprecati soldi e decenni"

Si è arrivati alla primavera del 2023, «con gli stessi dati e risultati emersi quasi 20 anni fa!»

«La beffa della Zona falcata». La definisce così Bruno Copat, uno dei più importanti geologi italiani. Finora era stato in silenzio, ma l’evolversi delle vicende che stanno portando a dilatare i tempi, rinviando “alle calende greche” i piani di bonifica, di riqualificazione e valorizzazione della Falce, lo ha indotto a spezzare quel riserbo e a uscire allo scoperto, ponendo alcune “domande ad alta voce”.
«Lo so, siamo ormai abituati a sprecare finanziamenti e opportunità – premette Copat –. Ma è possibile che nessuno si sia accorto che esisteva già un Piano di caratterizzazione nella stessa area, approvato dagli organi competenti, a conclusione del quale, con la successiva progettazione di quattro lotti, aveva già ottenuto un primo finanziamento per la bonifica della Zona falcata, con il primo lotto approvato e messo in gara nell’anno 2006? La gara per il Piano di caratterizzazione e delle conseguenti progettazioni della bonifica fu affidata alla società Cooprogetti di Gubbio, dal Comune di Messina, attraverso lo staff Grandi opere e Infrastrutture strategiche dell’Ufficio Programmi complessi e del Prusst 2000. Ed è veramente singolare che si sia prodotto un doppione di un Piano di caratterizzazione già effettuato, approvato, certificato».
Copat insiste: «Mettendo a confronto le aree investigate dall’Autorità di sistema portuale dello Stretto e quelle del progetto della società Cooprogetti, si nota come esse siano sovrapponibili con qualche esigua variazione. Inoltre, la valutazione dello stato di inquinamento conferma quanto già monitorato dal Piano di caratterizzazione Cooprogetti. Vi è, però, una sostanziale difformità assai preoccupante sulla situazione idrogeologica del sito. Infatti nel Piano della Cooprogetti, viene certificata la presenza di una falda di acqua dolce in risalita, confermata dalle analisi in contradittorio con l’Arpa, mentre nella relazione prodotta dall’Autorità di sistema portuale non vi è traccia di questa singolare situazione».
Oggi siamo già quasi ad aprile 2023. Quel Piano era del 2006. Il 12 luglio 2022, nel corso della conferenza stampa svoltasi nella sede dell’Autorità di sistema portuale (alla presenza del presidente Mario Mega e del rettore dell’Ateneo Salvatore Cuzzocrea, oltre che dell’equipe di docenti universitari che hanno lavorato per anni al nuovo Piano di caratterizzazione, guidati dalla professoressa Candida Milone), venne presentato, come è noto, lo studio che ha messo nero su bianco sulla situazione delle sostanze inquinanti presenti in gran parte della penisola di San Raineri.

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