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L’ultimo straziante saluto di Barcellona ad Ayman

Merì, ieri la preghiera dei familiari guidati dall’Imam e poi la tumulazione in una cella del cimitero concessa dal sindaco. Intanto sul fronte investigativo emergono alcuni timori confidati dal ragazzo ad amici

Ieri, ad 8 giorni dal rinvenimento del corpo semicarbonizzato di Ayman Serti, lo studente di 16 anni di origini marocchine deceduto tra atroci sofferenze nella tarda serata del 16 febbraio in circostanze che ancora oggi restano misteriose, nella sala mortuaria dell'Ospedale di Barcellona, l’Imam Mohamed Yahiaoui, capo spirituale della Moschea Taouba del Centro culturale islamico di Barcellona, prima di dare sepoltura al giovane, secondo il rito islamico, ha invitato familiari e connazionali a pregare per Ayman. Subito dopo la preghiera, il corpo è stato traslato al cimitero di Merì dove è avvenuta la tumulazione. Infatti i familiari non potranno, almeno per il momento, trasferirlo in Marocco, a Khouribga città di origine della famiglia Serti. I genitori avrebbero voluto far rientrare in patria il ragazzo, il più piccolo dei tre figli, ma ciò non è stato possibile perché prima del nulla osta per l'espatrio della bara è necessario attendere l'ultimazione degli accertamenti tecnici e scientifici disposti dal pm Dora Esposito.
Il sindaco di Merì, Roberto Bonansinga, considerato «il doloroso accadimento che ha coinvolto la famiglia Serti e l'intera comunità meriese e il carattere di straordinarietà dell'assegnazione temporanea dell'area cimiteriale richiesta dal padre di Ayman Serti, ha adottato giovedì scorso una ordinanza con cui ha concesso, senza oneri per sei mesi, prorogabili, una cella nel corpo “A” dell'edificio funerario.

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