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La Biennale dello Stretto tra “cura” del territorio e agire sostenibile FOTO | VIDEO

Il programma di oggi e domani

Dall’architettura, all’urbanistica al design, da progetti, volumetrie, pianificazioni, soluzioni tradizionali o avveniristiche, al ripensamento globale della dimensione stessa dell’abitare il territorio. Anzi, dell’averne “cura”.

È uno dei messaggi profondi che emerge da una delle giornate più trasversali della Biennale dello Stretto, il laboratorio internazionale di idee tra Sicilia e Calabria partito da Campo Calabro e approdato ieri a Messina, al Museo regionale interdisciplinare. Una cornice culturale di pregio assoluto, dopo quella donata dal Museo archeologico di Reggio teatro degli eventi di sabato, che, come ha ribadito in apertura il direttore Orazio Micali, ha consentito di incastonare tra le testimonianze più preziose della storia di Messina città dello Stretto, “una” delle città dello Stretto, il meglio delle idee progettuali per un futuro che è già presente, dimostrando come la conoscenza e la formazione siano gli strumenti prioritari per saper apprezzare il proprio territorio. Un territorio che non è - non è solo - di chi lo abita o di chi vi è nato, ma di chi lo ama. Ovunque sia nato, viva o lavori. E a dimostrare l’assunto che supera ogni confine è proprio una kermesse multiforme come si sta rivelando la Biennale, capace di “contaminare” proficuamente  ridestando interesse verso i luoghi “invisibili” (come sta accadendo a Forte Batteria Siacci di Campo Calabro), cioè non quelli «che non si vedono, ma quelli verso cui non si volge lo sguardo», come spiega Alfonso Femia, sintetizzando lo spirito con cui negli ultimi quattro anni il suo gruppo di 500x100 e “compagni di viaggio” ha tracciato itinerari inediti in - e “tra”, a bordo delle navi traghetto - Sicilia e Calabria nell’ambito di Mediterranei Invisibili, format ideato da Femia e sfociato  poi nella Biennale dello Stretto.

Un progetto promosso con l’Ordine degli Architetti di Reggio che ha trovato l’appoggio delle città metropolitane di Messina e Reggio e la collaborazione  dell’ordine degli architetti di Messina. A sottolineare la sinergia che ha consentito di coltivare proficuamente l’idea  il presidente reggino Ilario Tassone (evidenziando l’impegno sul territorio di una categoria professionale che non si limita ad operare nel chiuso degli studi di progettazione) e quello di Messina Pino Falzea, che sulla stessa lunghezza d’onda ha ricordato il progetto  della Fondazione Architetti del Mediterraneo.

L'incontro

Presente ieri anche il presidente nazionale del Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Francesco Miceli, che, ribadendo la capacità dell’architettura di dare risposte attraverso il dialogo interdisciplinare, ha definito la Biennale «un luogo importante e significativo per costruire la partecipazione al processo di cambiamento e di valorizzazione dell’area del Mediterraneo, un laboratorio di eventi per riscoprire l’identità e l'appartenenza ai luoghi, in cui possano convivere memoria, arte e cultura, assieme ad innovazione e progetti di rinascita».

Un’identità e una appartenenza che non dividono, ma uniscono, nel segno dell’inclusione, una «sfida importante che parte dal Mediterraneo e che vede il nostro Paese quale «costruttore di Pace,  ponte di coesione tra cultura, vita e storie», ha ribadito la ministra per la famiglia e le pari opportunità Elena Bonetti in un videomessaggio in cui ha invitato all’accoglienza richiamando le storie di donne e uomini in lotta per le loro libertà nella lunga strada verso la costruzione di pari diritti e opportunità. Lo spunto è stato offerto dal panel  “Lo Stretto come antenna”, in cui il tema dell’equilibrio di genere è stato affrontato con garbo ed efficacia senza l’inutile difesa di “maggioranze o minoranze”, ma, come ha ribadito l’urbanista Francesca Moraci, curatrice con Femia della mostra “Le tre linee d’acqua” allestita a Forte Batteria Siacci e coordinata da Mariangela Cama, valorizzando un contributo originale al dibattito che deriva da una sensibilità, quale quella femminile, la cui cifra ri-generatrice è appunto la “cura”, di tutto ciò che la circonda.

Il peso dell’apporto culturale dato dalla partecipazione degli Atenei di Reggio e Messina all’iniziativa è stato sottolineato da Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, in un messaggio in cui ha ricordato l’iniziativa promossa dal sodalizio che ha visto nel 1996 riunite a Palermo le imprenditrici del mediterraneo, mentre Isa Maggi  coordinatrice degli Stati Generali delle Donne, in collegamento ha auspicato che l’abitare mediterraneo si sviluppi in termini intergenerazionali, così da non costringere ragazzi e ragazze a fare le valigie.

La giornalista Paola Bottero ha moderato e arricchito di spunti il dibattito con la prof.ssa Moraci e l’architetta Simonetta Cenci, che ha ripercorso la sua esperienza di assessora “tecnica” all’Urbanistica di Genova al tempo del crollo del Ponte Morandi, rievocando i sofferti percorsi di ricostruzione di una città spezzata, e non solo nell’assetto infrastrutturale.

Ripensare i modelli abitativi (di Letizia Barbera)

C’è un sistema, studiato in mare a Reggio Calabria, che consente di produrre energia elettrica dalla onde marine attraverso turbine. È una delle tante particolarità che è possibile trovare nell’area dello Stretto che è anche laboratorio a cielo aperto, fucina di miti e leggende, luogo dove l’abitare assume caratteristiche che si sposano con il territorio. Dal Museo di Messina la Biennale dello Stretto lancia la sfida di realizzare un laboratorio internazionale di ricerca per rendere visibile l’invisibile e viceversa sfruttando le potenzialità dell’area dello Stretto. Tra le ricchezze dello Stretto c’è il vento che diventa energia, un tema al centro del panel di apertura “L’essenziale invisibile agli occhi”. A dialogare con il giornalista Giuseppe Smorto il professore Felice Arena, docente del Laboratorio Noel – Natural Ocean Engineering Laboratory, Università Mediterranea di Reggio Calabria che ha illustrato il progetto in grado di catturare l’energia delle onde del mare che ha trovato realizzazione nel porto di Salerno. Ha parlato di vento ma anche di miti e leggende Fulvio Cama, cantastorie e campione italiano di vela latina che ha incantato tutti, visitatori del museo compresi, con il suono della chitarra e le sue storie sulla Fata Morgana, sulle correnti marine e la vela latina, quella che consente di andare anche controvento. “Abitare Mediterraneo” è stato invece il tema al centro confronto tra Giovanni Multari, docente Università Federico II Napoli, Luca Lanini docente Università di Pisa, Francesco Messina, docente Università di Ferrara, coordinamento scientifico La Biennale dello Stretto, Michele Cannatà architetto. Il presidente nazionale dell’ordine degli architetti Francesco Miceli ha invitato ad “impossessarsi dell’originalità del territorio” partendo dalle radici e dai miti “che rappresentano speranza e il sogno” uniti al tema dell’attesa. “L’espressione abitare nel Mediterraneo – dice - deve essere legata alla sua storia, ai suoi valori. Nel processo di innovazione bisognerà rinunciare all’attesa e diventare protagonisti tenendo presente che elemento centrale saranno i temi dell’ambiente e della sostenibilità ma anche della bellezza”. Nel pomeriggio si è parlato di “Dimensione dell’Immateriale” a moderare il dibattito Raffaele Cutillo e Gaetano Di Gesu. Per Andrea Di Consoli, giornalista e scrittore occorre passare “dall’economia delle chiacchiere” alle esperienze vere e proprie: “Il discorso sulla realtà prevale sull’esperienza stessa” in quanto “sta venendo meno il bisogno delle persone di fare esperienza diretta”. Per Mauro Minervino, antropologo e scrittore: «Lo Stretto è un luogo sacralizzato dall’esperienza più profonda, raccontato dal mito che è diventato strumento di esperienza. Credo che da questi temi si deve ripartire per capire cosa fare».  Francesca Agostino, critica d’arte e consulente parlamentare, ha sottolineato l’attenzione della politica nazionale su questo argomento ricordando la presentazione della biennale a livello nazionale.

Lo Stretto come Polo del design Mediterraneo è stato un altro tema affrontato nel pomeriggio. A moderare il dialogo tra architetti e designer è stato Giorgio Tartaro.  Si è parlato del riconoscimento della capacità del sud e del Mediterraneo di fare design  legata alle competenze artigianali come spunto per ampliare la visione di design non limitata ai territori più industrializzati. Se ne è parlato con Giulio Iacchetti, architetto designer innovativo  e originale che ha mostrato come racconta il territorio attraverso i souvenir. Di design mediterraneo ha parlato inoltre Antonio Aricò, architetto, designer, calabrese testimone di come la mediterraneità  possa amplificarsi  alla dimensione internazionale. Sono intervenuti anche Luciano Galimberti, Vincenzo Castellana, Gianni Di Matteo, Pino Scaglione, Salvatore Greco, Andrea Branciforte, Francesco Alati, Marco Predari e Ernesto Giovannetti. Ha concluso la giornata l’omaggio musicale di Antonio Cicero, direttore artistico della Filarmonica Laudamo.

Gli Ordini, prezioso presidio sul territorio (di Giusy Ciprioti)

Gli ordini professionali delle regioni del Mezzogiorno e il MiC in un dialogo composito, improntato su input molteplici e variegati. A Forte Batteria Siacci si è parlato di Rigenerare da Sud nel talk che ha coinvolto il Cnappc nazionale con il suo presidente Francesco Miceli, Fabio Foti dell’ordine degli architetti di Vibo e delegato per quelli calabresi, l’ordine della Campania con Tommaso Marcucci e Leonardo Di Mauro ed ancora Angelo Porgo (presidente collegio dei Periti Industriali), Stefano Poeta (presidente dell’ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili), Antonino Sgrò (presidente ordine Agronomi e Forestali), Giovanni Suraci (per l’ordine degli Ingegneri) ed Antonio Misefari (presidente collegio dei Geometri e Geometri laureati), tutti a confronto con Fabio De Chirico, del ministero della Cultura, pronti a cogliere interessanti spunti lanciati da Ilario Tassone e Michelangelo Pugliese. Rigenerare non solo nella sua accezione letterale, bensì azioni da intraprendere anche con una connessione all’interno del sistema ordinistico, quindi tra le professioni. Ad aprire il dibattito Miceli: «Vi sono opportunità, Pnrr, fondi comunitari, agenda urbana da far tornare al centro, da sposare ad una riforma del governo del territorio indirizzata alla rigenerazione urbana. Gli ordini sono presidi sui territori, e l’azione che da questi ultimi parte è decisiva». Insomma, “una visione ancorata alla loro vocazione”, come evidenziato da Foti, soffermandosi sul contributo che gli ordini possono fornire per centrare l’obiettivo, insieme. De Chirico, della direzione generale creatività contemporanea del ministero ha parlato di rigenerazione che passi, appunto, dalla cultura, supportando, anche con il Pnrr, la ripresa e le innovazioni di tali settori.

A seguire il panel “Acqua risorsa territoriale”, molto attuale alla luce della pressante crisi idrica. E se Angela Pellicanò ne ha trattato gli aspetti in riferimento alle installazioni in Biennale, Ninni Tramontana presidente Ccia di Reggio ha illustrato lo studio in itinere con la Camera israeliana. Con la moderazione di Mariangela Cama e Giacomo Chirico, la platea ha ascoltato, per il Parco dell’Aspromonte, Sabrina Scalera, per la MetroCity il dirigente Pietro Foti e per l’Ance reggina il presidente Michele Laganà. Tra gli argomenti transizione ambientale, impermeabilizzazione del suolo e tutela delle risorse.

I talk in parallelo a Campo Calabro

La sessione parallela dei talk a Forte Siacci si è avviata con l’introduzione di Salvatore Vermiglio in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria. Il primo panel “Architettura come processo educante” ha accolto i risultati del Progetto “Osservo, Racconto, Partecipo. La città che vorrei” elaborato dall’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria nell’ambito del Progetto “Abitare il Paese. La cultura della domanda. Attivare comunità educanti: nuove generazioni per un progetto di futuro”, coordinato dal Consiglio Nazionale degli Architetti in collaborazione con la Fondazione Reggio Children di Reggio Emilia, centro pedagogico su scala internazionale. Il progetto che, giunto alla IV edizione, ha coinvolto gli ordini provinciali e le scuole aderenti all’iniziativa, da Nord a Sud d’Italia.

I lavori sono stati presentati da Santina Dattola, referente del progetto per l’ordine di Reggio Calabria, la quale ne ha illustrato il processo di attuazione attraverso un excursus di tutte le fasi.

Prima di passare la parola ai relatori, la regia ha trasmesso un documentario attraverso il quale è stato possibile raccontare l’esperienza maturata con il coinvolgimento di 35 allievi di prima e terza media dell’Istituto Comprensivo “Falcomatà – Archi”.

Il dibattito si è avviato con l’intervento di Lilia Cannarella, responsabile Dipartimento Partecipazione, inclusione sociale, sussidiarietà del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che attraverso la proiezione di immagini, ha narrato l’esperienza di “Abitare il Paese” avviata nel 2018.

La parola è passata a Antonella Postorino, tutor del progetto, la quale ha illustrato le fasi attraverso le quali è stato realizzato il percorso dentro la scuola, fasi che hanno posto i giovani allievi di fronte a una serie di quesiti necessari a stimolare l’osservazione dell’ambiente che li circonda, esternare le percezioni dello stesso ed esprimere i loro sogni e bisogni, fino al totale coinvolgimento nella scoperta del territorio e nella proposta progettuale di un’area interessata dall’attraversamento sotterraneo della fiumara dell’Annunziata.

Ha concluso Serafina Corrado, dirigente scolastica della scuola coinvolta nel progetto, la quale ha puntualizzato l’importanza di attivare relazioni tra scuola e professionisti del territorio, al fine di maturare e costruire assieme le “comunità educanti” necessarie per costruire il futuro delle nuove generazioni.

Subito dopo sono saliti sul palco i relatori del secondo talk “Paesaggio, Cinema e Turismo”, moderato da Antonella Postorino, curatrice del progetto “Architettura & Cinema” promosso dall’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria, la quale ha presentato gli ospiti, avviando subito il dibattito sul tema del cineturismo; quindi, sulla valorizzazione dei territori attraverso la scelta di appropriate location. Il primo intervento è stato quello di Lorenzo Pio Massimo Martino, architetto e scenografo, il quale ha illustrato i risultati del progetto “La Città Cineturistica”, con un approccio sperimentale basato sull’uso di un Sistema Informativo Territoriale, che mette in rete tutte le informazioni utili per supportare produttori e registi nella scelta delle ambientazioni. Il secondo intervento è stato quello di Maurizio Paparazzo, regista e scrittore, il quale ha sottolineato l’importanza dei luoghi ai fini dell’identificazione di un territorio. Al suo intervento si è allacciato quello di Giovanni Scarfò, regista e sceneggiatore, il quale ha introdotto il tema del paesaggio come identità che va oltre la bellezza scenografica, entrando nella cultura delle comunità.

Massimo Spano, architetto, scenografo e regista, conosciuto per le ambientazioni di “Mary per sempre” e in questi giorni sul set del film dedicato alla vita di Gianni Versace, ha invece presentato un approccio diverso, ossia quello di scegliere i luoghi anche attraverso il manifestarsi del loro degrado, perché autentici e a volte affascinanti proprio per ciò che rappresentano.

Il dibattito si è concluso con un ospite a sorpresa, Will Geiger, regista e sceneggiatore americano di “Free Willy”, il quale ha raccontato la sua esperienza nei territori dello Stretto. Il regista ha vissuto due anni a Messina e adesso si è traferito a Cannitello, per poter completare la sua prossima sceneggiatura e iniziare le proiezioni di un film dedicato ai pescatori dello Stretto.

L’ultimo talk della mattinata campese, “Territori in rete”, moderato da Elisa Zoccali e Manuel Pulella dell’Ordine di RC, ha visto il coinvolgimento di una rete di professionisti che a vario titolo opera sul territorio. Sono intervenuti al dibattito Giuseppina Attanasio, dirigente Città Metropolitana di Reggio Calabria, che ha fatto cenno all'acquisita consapevolezza delle Amministrazioni della necessità di fare rete in ambiti territoriali. Fortunato Cozzupoli direttore Gal BATIR, ha approfondito i termini dello sviluppo locale, mentre Pietro Currò, architetto, ha illustrato il rapporto tra luoghi e non luoghi.

Antonio Aricò, architetto designer, ha approfondito, attraverso la presentazione dei suoi lavori, l'importanza dell'identità e delle tradizioni per favorire connessioni e delocalizzazioni. È intervenuta anche Silvia Giandoriggio.

IL PROGRAMMA DI OGGI -Responsabilità e generosità

Il Caffè della Biennale Altafiumara Resort Villa San Giovanni. Conversazioni brevi con Caterina Trecroci, presidente Consiglio comunale Villa, Carmelo Versace, sindaco ff Città Metropolitana Reggio, Costanza Hermanin European University Institute, Renato Sergi ingegnere, Gaetano Scarcella presidente Consiglio comunale di Nizza di Sicilia.

CAMPO CALABRO, FORTE BATTERIA SIACCI  AGIRE SOSTENIBILE (3 Cfp) Andrea Margaritelli, presidente in/arch, ideatore Green Table e Seeds Perugia, Gaetano Giunta segretario generale Fondazione di Comunità Messina, Michelangelo Pugliese coordinamento scientifico La Biennale dello Stretto, Maria Elisabetta Biffis Tenuta Acton di Leporano, Rizziconi, Federica Basile operation manager Fattoria della Piana Reggio. Moderano Alfonso Femia e Luciano Marabello. Invito al dialogo: Silvano Arcamone, responsabile rigenerazione urbana e lavori pubblici, direzione generale Agenzia del Demanio; LETTURE A SUD Laura Pavia e Ina Macaione “Rigenerare a Sud-Rigenerare il Sud”, docenti Università della Basilicata, Davide Vargas “Napoli scontrosa” architetto e scrittore, Giuseppe Smorto “A Sud del Sud”, giornalista e scrittore, Giovanni Multari e Michelangelo Pugliese “Architettura e paesaggio per l’esistente”, docenti Università Federico II. Presenta Simona Finessi, Platform. Invito al dialogo: Filippo Quartuccio, assessore alla Cultura Città metropolitana Reggio. Ore 15-16.15 RACCONTARE IL MEDITERRANEO (5cfp) Annarosa Macrì, giornalista, Gioacchino Criaco scrittore, Lelio Bonaccorso illustratore. Modera Anna Mallamo, Gazzetta del Sud. 16.30-18 BIOMA MEDITERRANEO Lecture Carmen Santana, Archikubik Barcellona, Guia Baggi giornalista e co-fondatore Mag-ma, Alberto Sanna direttore Centro per la tecnologia avanzata in salute e benessere San Raffaele Milano e Osservatorio per la tutela del mare. Moderano Alfonso Femia e Roberta De Ciechi. 18.15- 20 LE VIE DEL MEDITERRANEO Mosè Ricci docente Università di Trento, Delio Miotti già dirigente Svimez, Bruno Discepolo Governo del territorio - Regione Campania, Marcello Panzarella docente Università di Palermo, Luca Molinari docente Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Francesca Moraci docente  Mediterranea. Moderano Alfonso Femia e Laura Andreini. Dibattito con Femia, Moraci, Giovanni Aurino, Gaetano Scarcella, Ilario Tassone, Silvano Arcamone.

20-20.30 VISIONI MEDITERRANEE Andrea Agostinelli presidente Autorità di Sistema Portuale Gioia Tauro, Patrizia Nardi esperta in valorizzazione del patrimonio culturale e candidature Unesco. Modera Giorgio Tartaro.  Proiezione del corto “Vedrai ciò che un giorno desiderasti”. Intrattenimento musicale: Meriam Jane Dancin’ Groove.

Il gran finale a Messina

IL PROGRAMMA DI DOMANI Altri futuri

MESSINA, FONDAZIONE HORCYNUS ORCA Ore 10 Saluto e introduzione Francesco OliveriVicepresidente Fondazione Horcynus Orca, Salvatore CuzzocreaRettore Università degli Studi di Messina.

10.30-13 REALISMO IMMAGINARIO MEDITERRANEO Attilio Navarra fondatore Laboratorio Photo Città della Pieve, Valentina Vannicola fotografa, Roma, Tonia Santacroce direttore Festival D’Autunno, Catanzaro, Lillo Giglia architetto, Favara, Agrigento, Andrea Bartoli, Florinda Saieva, fondatori Farm Cultural Park, Favara, Agrigento, Mirella Vinci soprintendente dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana di Messina, Antonio Presti presidente Fondazione Fiumara d’Arte, moderano Alfonso Femia e Francesca Moraci. Invito al dialogo Lilia Cannarella, responsabile Dipartimento Partecipazione, inclusione sociale, sussidiarietà CNAPPC, Sara Banti Abitare. Visita al museo di arte contemporanea Horcynus Orca.

15-16 ALTRI FUTURI Francesco Cicione fondatore Harmonic Innovation Hub, Catanzaro, Giuseppe Capicotto general manager eFM, comitato direttivo La Biennale dello Stretto, Francesca Moraci docente Università Mediterranea Reggio,  Pietro Franza presidente Sicindustria Messina (invitato a partecipare), moderano Alfonso Femia e Valentina Gingardi, urban designer. Invito al dialogo Flora Mondello architetta e amministratrice Gruppo Gallio, delegata agroalimentare Sicilia, Sicindustria.

16.15-17.15 HYDROPOLIS, L’ACQUA A SIRACUSA E LOCRI Sonia di Giacomo presidente Ordine degli architetti OAPPC Siracusa, Elena Trunfio direttrice Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri, modera Michelangelo Pugliese, coordinamento scientifico La Biennale dello Stretto. Invito al dialogo Bernardo Fazio presidente Archeoclub Messina.

17.30-20.30 FINISSAGE: VERSO LA BIENNALE 2024 Alfonso Femia e Francesca Moraci  curatori La Biennale dello Stretto, Salvatore Cuzzocrea rettore Università degli Studi di Messina, Mariangela Cama coordinamento generale La Biennale dello Stretto, Filippo Grasso delegato del Rettore al turismo, Università degli Studi di Messina, Ilario Tassone, Giuseppe Capicotto, Simonetta Cenci, Salvatore Vermiglio (comitato direttivo La Biennale dello Stretto), Gaetano Scarcella, Francesco Messina, Luciano Marabello Salvatore Greco, Michelangelo Pugliese (coordinamento scientifico La Biennale dello Stretto), Alessandra Ferrari Dipartimento Promozione della cultura architettonica CNAPPC, Pino Falzea Presidente Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Messina, rappresentanti delle Istituzioni Calabria e Sicilia, modera Paola Bottero, viaCondotti21, LaC Network. Intrattenimento musicale Flowin Trio -Gianfranco

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