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Messina, l'incidente mortale di Pace: invasione di carreggiata poi lo scontro frontale

La polizia municipale continua a indirizzare la lente sull’incidente stradale di sabato scorso a Pace, costato la vita a un motociclista sessantaquattrenne di origini srilankesi ma da tempo residente in riva allo Stretto. Anche ieri, gli agenti della Sezione infortunistica, agli ordini di Giovanni Arizzi, hanno lavorato sul caso, soprattutto sulla dinamica che pian piano si sta delineando. Nelle prossime ore, il loro lavoro sarà ultimato e messo nero su bianco in una relazione che approderà sul tavolo della sostituta procuratrice Stefania La Rosa, titolare del fascicolo d’inchiesta.
Alla base dello scontro frontale tra l’Honda Sh guidato da Don Cyril Pulukkutty e la Smart guidata da un giovane messinese, che ha squarciato come un fulmine la serenità di una tranquilla mattinata, c’è stata una manovra tanto azzardata quanto errata di uno dei due veicoli, che avrebbe invaso la carreggiata opposta in fase di sorpasso. Gli agenti hanno il quadro abbastanza chiaro, ma attendono conferma dalla visione delle immagini degli impianti di videosorveglianza installati in prossimità del luogo del tragico impatto, sulla riviera nord. Ulteriori riscontri, poi, dal racconto di alcuni testimoni dei fatti. Stando alla ricostruzione fin qui emersa, erano più o meno le 8 quando Don Cyril, partito dalla sua abitazione di Ganzirri in direzione Messina per iniziare la giornata lavorativa come domestico, è andato incontro all’appuntamento con la morte. Viaggiava in sella al suo Sh sulla strada lato monte ed è entrato in rotta di collisione con la citycar che sopraggiungeva dalla direzione opposta. L’impatto è stato violentissimo, tanto che lo sfortunato 64enne non ha avuto scampo, nonostante indossasse il casco protettivo. Troppo gravi le ferite riportate, che hanno raggiunto organi vitali. Così, il suo corpo è rimasto sull’asfalto, vicino al suo motorino. A nulla è valso l’arrivo di un’ambulanza del servizio di emergenza urgenza, visto che il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare l’arresto cardiocircolatorio dell’uomo. La salma è stata poi trasportata all’obitorio dell’ospedale Papardo, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Al fine di raccogliere nuovi possibili elementi utili alle indagini, la sostituta procuratrice La Rosa disporrà l’accertamento tecnico irripetibile, ma con tutta probabilità nella giornata odierna si stabilirà se optare per l’autopsia o la semplice ispezione cadaverica esterna. Un punto fermo è invece rappresentato dalla posizione dell’automobilista che quella maledetta mattina si trovava al volante della Smart: risulta indagato con l’ipotesi di reato di omicidio stradale. E la scia di sangue si allunga in via Consolare Pompea, quella che molti chiamano la strada della morte dopo i tanti, troppi lutti dei tempi recenti.

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