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Messina, cadde con l’auto in un burrone: a giudizio due tecnici dell’Anas

La tragedia avvenuta sui Colli Sarrizzo nel marzo del 2019. La morte della 65enne Virginia Gatto, che precipitò con la sua Lancia Y in una scarpata. Al centro la mancanza di barriere lungo la Ss 113

L’incidente mortale sui Colli Sarrizzo, lungo la strada verso Gesso, si verificò nel marzo del 2019. E ieri a distanza di tre anni, si è tenuta l’udienza preliminare davanti al gup Ornella Pastore per la morte della 65enne Virginia Gatto, che precipitò in una scarpata con la sua Lancia Y, concludendo la sua esistenza in circostanze tragiche. Da quella vicenda era nata un’inchiesta in Procura, che aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre persone, con due ipotesi di reato distinte, ovvero la mancata protezione con apposite barriere lungo la strada in relazione alle norme del Codice della strada, e poi l’omicidio colposo.
Si trattava del capo centro dell’Anas, l’ing. Cristiano Fogliano, e di due tecnici dell’Anas, Domenico Giacomo Alberti e Carmelo Mento, che ieri sono stati assistiti dagli avvocati Giuseppe Carrabba, Francesco Scillia e Corrado Rizzo.
Nel procedimento si sono poi costituiti come parte civile i familiari della signora Gatto, che sono stati rappresentati dagli avvocati Angelo Raffa, Giovanni Caroè e Antonello Scordo. È anche costituito come responsabile civile l’Anas, che è stata rappresentata dall’avvocato Veronica Saitta.
Ieri il pm Piero Vinci, che rappresentava l’accusa, aveva richiesto al gup Pastore la dichiarazione di “non luogo a procedere” per tutti e tre in relazione alle presunte violazioni legate al Codice della Strada per l’ipotesi di “Attentato alla sicurezza dei trasporti”, e invece il rinvio a giudizio in relazione all’ipotesi di omicidio colposo legato al profilo omissivo, ovvero la mancanza delle barriere idonee a scongiurare proprio casi come questo.

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