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Parte dall’ex macello il nuovo waterfront di Messina

Cosa prevede il progetto da 18,7 milioni che può trasformare una porzione di città

Il Comune ci riprova. Circa dieci anni fa, attraverso il piano di alienazione degli immobili mai decollato davvero, l’allora giunta Buzzanca puntava forte sulla vendita dell’ex macello di via Santa Cecilia. Di quel piano era uno dei pezzi pregiati, con un valore di circa 4 milioni di euro. Ma nessuno si fece mai avanti, stesso destino di gran parte di quella “vetrina” di presunti gioielli di famiglia. Stavolta il percorso sarà diverso e, si spera, anche l’esito. La riqualificazione di quell’area avrà un respiro più ampio, non passerà attraverso una cessione dell’immobile ma si punterà a sfruttare una grande occasione: il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 21 gennaio scorso, che assegna ai comuni contributi per “investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale”. La somma a cui Messina ambisce, avendo più di 100 mila abitanti, arriva a 20 milioni di euro. Ed è questa una delle carte nuove che Palazzo Zanca più giocarsi, rispetto a dieci anni fa. Un conto è vendere così com’è un immobile che certamente ha un grande potenziale, ma che versa in condizioni di degrado che richiedono investimenti proibitivi; un conto è poter contare su un fondo importante per riqualificare quel sito e renderlo, così, fruibile alla cittadinanza. L’altra carta è la nuova via Don Blasco, che “avanza” giorno dopo giorno e che è una delle strade, la più strategica insieme a via Santa Cecilia, su cui si affaccia l’ex macello. Ecco perché questo progetto, dal valore complessivo di circa 18,7 milioni, può rappresentare davvero il primo passo per la riconquista del waterfront.

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