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L'aeroplano "Messina" costruito nel 1911 con sottoscrizioni dei cittadini

Zancle, Messene, Messana, Messina. Tanti nomi, una storia. La storia che questa terra si porta addosso, in ogni ferita ancora oggi evidente. Ma quel nome è spesso stato anche marchio di "fabbrica", fatto per esportare, per esportarci. In una ricostruzione dello storico Enzo Caruso, attuale assessore comunale, ripercorriamo le volte in cui Messina ebbe l’onore di dare il proprio nome a mezzi di trasporto aero-navali.

"E’ il caso dell’aeroplano “Messina” realizzato con una petizione popolare nel 1911 per “donare Ali all’Italia” per la costituenda Aeronautica Militare; partecipò alle operazioni di sorvolo nella guerra Italo-Turca (1911-1912) e venne abbattuto durante la I Guerra Mondiale - scrive Caruso - Durante la Guerra di Libia (29 settembre 1911- 18 ottobre 1912), per finanziare la nascente aeronautica, l’Aereo Club d’Italia indisse il 3 marzo 1912 la sottoscrizione “Date Ali alla Patria”. Una serie di Comitati, sorti in diverse città italiane, si mobilitarono in quell’occasione per raccogliere fondi finalizzati all’incremento del parco aereo italiano, in un particolare periodo storico che vide, questo nuovo mezzo, impiegato per prima volta in un conflitto bellico. A Messina furono gli studenti universitari a lanciare per primi l’appello con l’appoggio del cavaliere Giacomo Trombetta che aveva ricevuto dal Senatore Celoria, presidente della Lega Aerea Nazionale, l’incarico di promuovere le sottoscrizioni. Il Comitato Permanente Universitario, presieduto dal dott. Giuseppe Fugazzotto, indisse la sera del 15 aprile 1912 la prima riunione nella quale, dopo aver indirizzato alla cittadinanza un “patriottico proclama”, diramò numerose circolari e schede di sottoscrizione ai vari Enti della città e della Provincia. A sostegno della propaganda per le sottoscrizioni, il Comitato cittadino promosse diverse serate di intrattenimento che consentì una raccolta di fondi assai considerevole grazie anche alla generosità di molti comuni della Provincia".

Era il 1911: la somma raccolta pari a 20.400 lire consentì la costruzione di un biplano a cui venne assegnato il nome “MESSINA” e fu impiegato non solo nel corso della guerra libica, ma partecipò anche a eroici combattimenti aerei durante la Grande Guerra fino a che non cadde abbattuto e distrutto.

Il piroscafo “CITTÀ DI MESSINA” fu invece costruito tra il 1909 ed il 1910; faceva parte, insieme al Città di Palermo, Città di Siracusa e al Città di Catania, di una serie di quattro veloci piroscafi passeggeri ordinati dalle Ferrovie dello Stato, adibiti alle linee Napoli-Palermo e Napoli-Messina; requisito dalla Regia Marina e armato come incrociatore ausiliario, venne impiegato durante il conflitto Italo-Turco e nella Grande Guerra. Fu silurato da un U-boote austro-ungarico il 23 giugno 1916 nel Basso Adriatico.

"Una nuova nave ricevette poi il nome di “Messina” nel primo dopoguerra - continua Caruso - costruita presso l’Arsenale Militare di Taranto, per conto delle FF. SS., fu varata nel giugno 1924. Dopo il suo impiego nella II Guerra Mondiale, esercitò il servizio di linea fino alla sua demolizione avvenuta nel 1985".

Nel 1992 è la volta di un nuovo aereo dell’ATI (Aereo Trasporti Italiani) ad essere battezzato, con una solenne cerimonia, col nome di “MESSINA”.

E infine, anche il moderno rimorchiatore della ditta Picciotto-Capiece è intitolato alla “CITTÀ DI MESSINA”. Si deve infine all’encomiabile impegno profuso recentemente da Giovanni Russo, nella qualità di presidente dell’Associazione “Ferrovie Siciliane” e promotore del Comitato “Pro Nave traghetto Messina”, l’intitolazione della nuova nave traghetto delle Ferrovie dello Stato Italiane alla città dello Stretto.

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