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Blitz con 94 arresti sui Nebrodi, così la "Terza mafia" aveva preso il sopravvento - Nomi e foto

U uappu, u biondino, u carrettere, lupin, u muzzuni, belloccio e scarabocchio. Tra i volti, i nomi e i soprannomi tipici dei mafiosi veri o presunti o per sentenza passata in giudicato, c’è un dato fondamentale che emerge dall’operazione “Nebrodi”, che ieri ha portato a 94 arresti. E cioé che la cosiddetta “terza mafia”, soprattutto quella dei Batanesi, aveva preso il sopravvento nell’intera provincia di Messina, approfittando del momento di grande difficoltà di cosa nostra barcellonese e della sostanziale lontananza di quella messinese (c’è agli atti documentato un viaggio di un gruppo di tortoriciani a Messina per trattare partite di droga).

Ma aveva fatto di più. In alcune aree - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - che tradizionalmente erano sotto il “dominio” di cosa nostra barcellonese, per esempio Montalbano Elicona, si era completamente sostituita nel “governo” degli interessi mafiosi.

Scrive il gip Mastroeni che emerge: «... l’attività di un gruppo di comando, costituente la leadership del sodalizio, e formato da Bontempo Sebastiano, inteso “uappo”, e, in posizione subordinata ma abilitati all’esercizio di importanti funzioni vicarie, da Galati Giordano Vincenzo, inteso “Lupin” e Bontempo Sebastiano, inteso “biondino”».

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