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Festival di Taormina, al Teatro antico la lunga notte di Battiato. Gli HIGHLIGHTS

Ieri sera al Teatro antico di Taormina una lunga notte piena di magia, suoni, musica, parole e mistica per ricordare un grande, uno di quelli che non muore mai davvero come Franco Battiato. Uno che ha fatto forse la più bella canzone d’amore di sempre: LA CURA. A ricordarlo un docufilm, FRANCO BATTIATO - LA VOCE DEL PADRONE di Marco Spagnoli, che è un lungo viaggio alla scoperta di un album chiave del cantautore siciliano morto il 18 maggio 2021 nel buon retiro di Milo alle falde dell’Etna. Un album uscito nell’autunno del 1981 che è stato il primo LP italiano a superare un milione di copie vendute.

Gli highlights della serata

Che si vede nel documentario?

Intanto tante immagini di repertorio di un giovane Battiato alle prese con la sua amata musica sperimentale e poi, da un momento all’altro, la sua fredda decisione di fare un album commerciale, un album popolare che tutti avrebbero comprato. Una cosa che evidentemente sorprese i discografici di allora.

Ora che LA VOCE DEL PADRONE abbia queste caratteristiche non è facile da dimostrare, ma di fatto questo undicesimo album del cantautore pubblicato dall’etichetta EMI Italiana con canzoni come BANDIERA BIANCA e CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE univa semplicità e complicazione, ordine e trasgressione. È il caso proprio di CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE dove chi è posseduto da immagini e pensieri in libertà, come «Una vecchia bretone/Con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù/Capitani coraggiosi/Furbi contrabbandieri macedoni/Gesuiti euclidei/Vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori/ Della dinastia dei Ming» , fa appello ovviamente un centro salvifico qualsiasi.

A ricordare Battiato in questo film sono davvero in tanti: Nanni Moretti, Alice, Carmen Consoli, Willem Dafoe, Eugenio Finardi, Morgan, Alberto Radius, Caterina Caselli che affidano le loro testimonianze e ricordi al mitico produttore discografico Stefano Senardi, grande amico del maestro siciliano. In tutte queste testimonianze, quasi sempre, l’impossibilità di racchiudere solo in qualche parola la complessità di un personaggio che si muoveva in tanti ambiti, musica, pittura, mistica, studio delle religioni ed editoria (aveva fondato nel 1985 L’ottava) , ma che soprattutto, da buon monaco laico, lavorava su se stesso.

"Franco Battiato - racconta Marco Spagnoli - è stato e rimarrà un artista unico da tanti punti di vista che la presenza di Senardi aiuta ad inquadrare: umano, artistico, amicale, intimo. Un viaggio fisico e spirituale quello che compie Senardi e ad accompagnarlo troviamo personalità strepitose dell’entertainment italiano ed internazionale che, per la prima volta, elaborano dinanzi alla macchina da presa una riflessione sul perché e sul come sono stati anche loro protagonisti del lavoro e della vita di Battiato».

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