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La crisi che morde e divora aziende. E le diverse ricette per rilanciare Messina

Ieri sera se ne è discusso durante “Scirocco”, il talk del venerdì di Rtp

I paradossi di Messina. I lati positivi che hanno un effetto boomerang, le negatività che quasi diventano punti di forza, comunque scudi contro le conseguenze della pandemia. Passa il vento di “Scirocco” sui problemi della città e serve ad accendere i riflettori sull’oggi e sul domani. Nel talk del venerdì sera di Rtp, condotto da Emilio Pintaldi, un ampio spazio è stato dedicato ieri alle questioni economiche, alla lotta contro una crisi che morde e divora aziende in tutti, o quasi, i settori, e alle prospettive legate anche a quell’occasione straordinaria fornita dal Piano nazionale di ripresa e resilienza Nex Generation Eu che rischia, però, di diventare una cocente delusione per Messina, l’area dello Stretto, il Sud in generale. Il fatto che sul piano socio-economico Messina abbia sicuramente sofferto, e lo stia facendo ancora, i disastri provocati dal Covid è sotto gli occhi di tutti ma, come ha evidenziato l’economista Michele Limosani, ospite del primo step della trasmissione, insieme con il coordinatore di Covistat 19 Vito Muggeo, la nostra è una città che retto meglio di altre. Ma c’è nulla da rallegrarsi: ha retto perché la stragrande maggioranza della popolazione è composta da impiegati, da pensionati e da assistiti (percettori dei vari sostegni come il Reddito di cittadinanza) che tutto sommato alla fine del mese lo stipendio lo hanno sempre avuto. Il dramma è per i piccoli professionisti, le piccole e medie aziende, soprattutto le ditte familiari, che hanno pagato più di tutti le conseguenze di questi lunghi mesi di traversata in un deserto dal quale ancora non si riesce a uscire.

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