È il giorno del derby, la sera di Catania-Messina. Riflettori sullo stadio “Massimino” dove sarà sold out anche se non ci saranno i tifosi peloritani per i divieti imposti dagli organismi di sicurezza. Si toglierà in parte la magia della rivalità ma in campo non mancheranno emozioni, pepe e giocate.
Catania-Messina non è, non sarà mai una partita come le altre. Ragioni sociali, tradizioni e le sfide che hanno caratterizzato il passato la rendono magica, sentita e mai banale. Oggi non farà eccezione. Di fronte un Catania che deve fare punti per allontanarsi dalla zona pericolosa dei playout, dopo il successo di ieri del Monterosi che ha accorciato la classifica e per evitare gli spareggi salvezza che dopo il trionfo in Coppa equivarrebbe ad andare ai playoff. Mentre i peloritani vogliono arrivare alla salvezza matematica (vincendo e sperando che il Monopoli non batta il Taranto) per vivere gli ultimi 180 minuti magari sognando i playoff: in qualche modo, uno scontro diretto, perché togliendo ossigeno agli etnei, i peloritani si spingerebbero ancora più in alto e potrebbero, in caso di playout del Catania, ambire anche all’undicesimo posto che vorrebbe dire playoff. Incroci, calcoli e incastri che non saranno nella testa di chi scenderà in campo: servirà concentrazione, dare tutto per provare a prevalere, seppur da prospettive e con vibrazioni diverse.
Quelle del Messina sono emerse dalla voce del direttore sportivo Domenico Roma (mister Giacomo Modico assente per un problemino di salute): «È stata una settimana particolare, la proprietà ci è stata più vicino del solito, i tifosi ci sono venuti a trovare non potendoci essere e li ringrazio per il sostegno. Ci hanno chiesto di dare tutto e lo faremo. Conosciamo l’importanza della sfida e siamo consapevoli delle nostre qualità, vogliamo capire a che punto siamo, cerchiamo più punti possibili per cullare un sogno».
Il Catania ha “caricato” molto la partita, con il vice presidente Grella che ha parlato ad esempio di “gara dell’anno”: «Lo è per loro - ha risposto Roma -, per noi vale tre punti ma potrebbe non essere la più importante. Sicuramente sarà stimolante affrontare una partita davanti a così tanta gente. Avremo il pubblico contro ma non temo una reazione emotiva negativa, abbiamo gente in squadra come Fumagalli, Ragusa, Franco, Rosafio e altri che sanno come si affrontano questi incontri. E poi una rosa giovane ma con attributi. Mi auguro sia un derby all’insegna della correttezza per dare una buona immagine della Sicilia. L’atmosfera sarà rude fuori ma speriamo corretta in campo al di là del risultato».
Messina avanti di cinque punti in classifica, è un altro dato di fatto: «Nessuno lo avrebbe magari immaginato ma credevamo di potere fare bene. Ora l’obiettivo è concentrarci su queste tre partite finali, poi si vedrà. Ognuno vorrebbe giocare partite di questo tipo, l’ho visto da come si sono allenati i ragazzi. Ci sono cinque sostituzioni e la gara può anche essere cambiata dalla panchina. Anche chi non partirà dall’inizio sono certo che spingerà un gruppo coeso».
Avere la mente più libera può essere un fattore positivo? «Dal Monterosi al Monterosi abbiamo chiuso un cerchio, ipotecando quasi la salvezza in rimonta. Abbiamo vinto contro un avversario vivo, reagendo dopo la brutta prestazione contro la Juve Stabia. Non tutti sono al top della condizione ma saranno tutti convocati, questo è un altro bel segnale: saremo uniti nell’affrontare questa gara speciale».
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