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“Juventus, il secolo degli Agnelli”: se n'è parlato alla Gazzetta con Guido Vaciago

I cento anni della vecchia Signora passano da Messina e lo fanno in anteprima assoluta nell’elegante Auditorium della Gazzetta del Sud attraverso le parole del direttore responsabile di Tuttosport, Guido Vaciago, autore del libro “Juventus, il secolo degli Agnelli”. Un appuntamento fortemente voluto dal presidente del sodalizio peloritano “John Charles”, il mai domo Gustavo Ricevuto che, affiancato dai referenti siciliani degli juventus Fan Club, Fabio Cappello e Salvatore Capraro, ha dato la possibilità ai tanti supporter bianconeri di ascoltare, dalla viva voce di un cronista d’eccezione “la storia di una società che col tempo è divenuta l’immagine dell’Italia”.

A presentare gli ospiti il giornalista Saro Pasciuto che ha puntualmente introdotto i due relatori Marco Capuano e Francesco Trimarchi, intervenuti con grande dovizia di particolari anche nei temi caldi che, in questi giorni, scaldano i cuori dei tifosi del mondo del calcio.

Analitico e destrutturante l’analisi di Capuano che ha elencato i momenti “altissimi e difficilissimi” della Juventus dal 1923 ad oggi. “Una squadra – ha sottolineato il giornalista – creata ad immagine e somiglianza dei suoi fondatori, quella famiglia Agnelli che con i cent’anni ininterrotti di proprietà hanno stabilito un grande record in termini di continuità sportiva e gestionale, con un occhio sempre rivolto al futuro (lo stadio di proprietà) senza tralasciare lo stile (una famiglia sempre accanto ai proprio giocatori come dimostra il caso Fagioli””.

E proprio questo è stato il gancio offerto dal giornalista della testata di Via Bonino a Guido Vaciago per fare anche il punto sulle voci che, qualche settimana fa, alcuni giornali avevano diffuso circa la presunta volontà di dismettere il marchio Juventus da parte della famiglia Agnelli. “La Juventus – ha sottolineato il direttore di Tuttosport – non è un “giocattolo” per la famiglia Agnelli ma è sempre stata una attività “industriale” presa seriamente da quando nel ’23 Edoardo Agnelli divenne presidente. Il sistema fordista degli imprenditori piemontesi si ritrova in toto, sin dall’inizio, anche nella squadra di calcio, determinando il passaggio dal mondo dilettantistico a quello professionale dello sport. L’allenatore ad esempio – ha ricordato Vaciago – a quei tempi non era chiaro quale ruolo avesse ed ecco che con l’arrivo della proprietà degli Agnelli iniziano invece a definirsi le mansioni. Viene allestita una dirigenza e più in generale si incominciano ad intravedere i connotati dell’azienda. Lo sport dunque diventa una attività da custodire come un bene prezioso ed anche oggi la Juventus – ha concluso l’autore del libro – fa parte di un portafoglio complesso di svariate attività all’interno del quale si trova appunto anche la società bianconera, sulla quale da poco il gruppo Exor ha deciso di investire 200 milioni di euro per proseguire e rilanciarne l’attività stessa”

Smentita seccamente, dunque, qualsiasi ipotesi di cessione della Juventus a fondi di investimenti esteri si è potuto tornare su temi più specificatamente storici ed a dare una chiara lettura del libro è stato il professore Francesco Trimarchi, uomo vitruviano e quindi anche bianconero a tutto tondo.

“La scrittura leggera e precisa del libro - che ho letto con passione, ha esordito Trimarchi – rivela subito un testo che andrebbe consigliato anche ai più restii ad ogni forma di lettura. Un uso pedagogico è dunque consigliato – ha proseguito il medico prestato alla letteratura – e non è da poco il marchio di fabbrica  della prefazione che porta la firma di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi: quel Michel Platini che ha segnato la storia del calcio nel mondo. Un libro dunque destinato ad entrare nella libreria non solo di ogni tifoso juventino, ma di ogni “uomo di buona volontà”, capace di distinguersi ed andare oltre il tifo fazioso per abbracciare una realtà fatta di strepitosi successi, cocenti sconfitte, fenomenali risalite e pericolose discese. Una storia ricchissima, lunga appunto cento anni – ha ribadito Trimarchi – che ancora ha molto da dire perché dietro la Juventus l’abilissimo “scrittore di strada” Vaciago ha dato a tutti la possibilità di rivedere anche la propria storia ad ogni singolo appassionato sportivo”.

Un tema, quello dello sport, che ad inizio serata era stato individuato dal padrone di casa, il direttore editoriale della Gazzetta del Sud Lino Morgante, come “unificante ed edificante” utile al fine della narrazione di una libera attività di impresa, capace di crescere ed adattarsi ad i cambiamenti della storia e proprio per questo soggetto vivo in grado di far innamorare i suoi tifosi.

Uno stile bianconero infine ben rappresentato dai giovanissimi della società “Fair play Juventus Academy Messina” intervenuti con il vicepresidente Ignazio Consiglio e che hanno portato una ventata di sana spensieratezza in una serata in cui, il semplice ricordo storico, ha rischiato di far passare in secondo piano la brillantissima vivacità che aleggia intorno al marchio della società Juventus che porta nel proprio nome l’ideale della eterna giovinezza.

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