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Messina in attesa della Covisoc. E poi?

La proprietà valuta come muoversi in vista della nuova stagione se non cederà il club. E c'è anche la grana stadio

Il 30 giugno è la data cerchiata sul calendario. Giorno entro cui la Covisoc si esprimerà, dando il via libera al Messina per il prossimo campionato di Serie C, il terzo consecutivo.
La domanda d’iscrizione presentata al fotofinish rende rilevante un passaggio di consueto accolto come formale, per via della corsa contro il tempo compiuta nell'ultimo giorno utile per prendere parte alla terza serie nazionale. Il presidente Pietro Sciotto, nonostante il pessimismo e la delusione palesata nei giorni a ridosso, ha ancora una volta dato retta più all'aspetto emotivo che a quello razionale, decidendo di non chiudere dopo sei anni di gestione nel peggiore modo possibile. Il Messina è vivo e lo si deve a lui. Cosa accadrà adesso è una vera incognita.

Il futuro

Probabile che prima di riaprire discorsi societari si attenda fine mese, quando arriverà la definitiva fumata bianca dalla Covisoc, delegata a verificare la regolarità delle domande presentate. La società giallorossa esprime fiducia. Tutto fatto, se fatto bene lo si saprà tra qualche giorno. Al momento non ci sono novità in merito ad una eventuale cessione. E allora Sciotto, che sembrava davvero convinto di passare la mano, si sta muovendo per trovare la formula giusta nel caso in cui dovesse ricadere su di lui l’onore e l’onere di restare al timone, per la settima stagione consecutiva, al club. Qualche telefonata c’è già stata, nelle scorse settimane e nelle ultime ore. Un confronto con alcuni profili che hanno svolto un ruolo di “consigliere” e potrebbero diventare qualcosa di più. Ricoprendo ruoli attivi nella dirigenza. Prima dg e ds, poi allenatore (Raciti resta alla finestra) e a cascata la scelta dei giocatori, partendo dalla valutazione dei sette ancora sotto contratto.

Il nuovo progetto

Ma tutto dipenderà, ovviamente, dal tipo di progetto sportivo che verrà sviluppato nel caso in cui dovesse rimanere Sciotto, solo o supportato da qualcuno in minoranza: basso profilo e spesa minima, evitando nuovi investimenti di fronte a buona parte di una piazza che continua a chiedere una svolta; oppure rilanciare, provando a costruire un gruppo in grado di divertire e togliersi qualche soddisfazione. Sotto sotto, Sciotto, è convinto di potere ancora e trasformare le critiche in apprezzamenti, magari puntando ai playoff con l'esperienza accumulata nelle ultime due annate. Ma per pensare in grande servirebbe unità e compattezza in tutto l'ambiente, che oggettivamente al momento non c'è, in una situazione che sembra difficile ricostituire.

La “grana stadio”

Un altro problema da risolvere è quello del “Franco Scoglio”, indisponibile probabilmente per le prime tre giornate di campionato. Ciò, in virtù dei lavori all'impianto di drenaggio per evitare che il terreno di gioco divenga impraticabile alle prime piogge, riaprendo la stagione dei richiami della LegaPro. Allora va trovata un'alternativa per almeno una gara ufficiale da giocare lontano dallo Stretto. L’idea potrebbe essere ancora Vibo Valentia, ma occorre pensarci per tempo per non ridursi all'ultimo. Ma va pure capito chi sarà ad occuparsi degli aspetti logistici e organizzativi.

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