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Acr Messina, la trattativa saltata. Parla Mannino: "Dette imprecisioni ma io sono qui" LA CONFERENZA STAMPA

Sciotto chiude alla trattativa con Mannino, che invece ci spera ancora ancora: il destino del Messina è appeso un filo. Per l’attuale presidente del club, non ci sono i margini per proseguire nella trattativa e ribadisce di non volere iscrivere la squadra al prossimo campionato, anche se nelle ultime ore i consulenti del club si sarebbero ancora mossi per definire tutti gli atti propedeutici alla presentazione della domanda entro il 20 giugno. Come l’ottenimento della disponibilità dello stadio “Franco Scoglio”, disposta dal Comune con l’ok della Questura. Dopo le solite voci filtrate all’impazzata dalla tarda serata di mercoledì, ieri nel primo pomeriggio il comunicato che potrebbe segnare uno spartiacque nel presente e nel futuro del Messina, con Sciotto che (ignorando il patto di riservatezza) «ritiene opportuno intervenire per precisare alcuni aspetti importanti, in un momento fondamentale per il futuro del Messina, riguardanti gli incontri in corso con Fabrizio Mannino che ha manifestato l’interesse ad acquisire la società».
La versione della proprietà Motivo della rottura? La ricostruzione dei fatti, nella nota diffusa dall’indirizzo mail Acr del presidente: «Dopo un primo contatto avvenuto lunedì scorso, due giorni fa il presidente Sciotto si è confrontato con i rappresentanti del signor Mannino, impossibilitato ad essere presente per un improvviso improrogabile impegno a Palermo. Nello spirito della massima collaborazione, il presidente Pietro Sciotto ha esaminato una bozza di massima, scritta a penna, che prevedeva gli aspetti essenziali di un accordo mirato a concretizzare il passaggio di quote, riservandosi di valutarla per dare una risposta e chiedendo, alla parte potenzialmente acquirente, di esibire adeguate garanzie al documento preparato in bozza. Purtroppo, dopo l’ulteriore contatto avvenuto mercoledì, Mannino non ha fornito alcuna garanzia e non ha sottoscritto alcun accordo, neppure preliminare, nemmeno sulle proposte da lui formulate. Pertanto, la trattativa può considerarsi chiusa».
Tentativi di ripresaDall'altra parte, Mannino resta cauto, apre rappresentando la propria versione ma spera ancora di potere arrivare a una fumata bianca: «Troviamoci insieme e raggiungiamo un accordo, spero che questa mia sollecitazione venga raccolta - dice rivolgendosi a Sciotto -, anche con le sue dichiarazioni è andato oltre un patto che lui aveva chiesto». Visione diversa dei conti ma spaccatura avvenuta sulle “garanzie”: Sciotto chiede “copertura” degli adempimenti per l'iscrizione, Mannino risponde che nel contratto possono essere inserite modalità e tempi della restituzione: «Di quale garanzie parla? Non c’è un contratto, non c’è un accordo. Vanno messe lì. La mia unica volontà è iscrivere il Messina in C, ma io non posso farlo perché non sono il presidente della società, non compete a me e neanche posso dare i soldi a Sciotto senza un contratto. Non sono un benefattore, devo presentare una rendicontazione di quello che faccio. È irreale e impraticabile che io faccia un bonifico e lui iscriva la squadra».
Le due “vie”, poi saltate Mannino continua: «Fino a due giorni fa, alla presenza di testimoni, ero riuscito a far raggiungere, seppur in mia assenza, un impegno di massima che sarebbe dovuto sfociare in un accordo tra i legali, anche sul punto richiesto. Nel momento in cui si poteva addivenire alla sottoscrizione del contratto, io avrei pagato Sciotto, acquisendo il 51% della società. Quindi il giustificativo del pagamento era una parte del prezzo, per cui si andava dal notaio e avrei presentato l’assegno circolare e lui avrebbe ceduto la quota. La parte eccedente, che avrebbe dovuto coprire il debito di cui oggi non ho ancora cognizione, sarebbe stata pagata con i vari versamenti. Sciotto avrebbe pagato i vari debiti e io l’avrei rimborsato, arrivando così alla cessione del 99%. E su questo avevamo raggiunto un accordo, anche se lui aveva effettivamente aggiunto che questo sarebbe stato soggetto a valutazioni. Ho ricevuto una telefonata, peraltro poi veicolata all’esterno, dopo la quale mi sono presentato in concessionaria. Mi è stato proposto un nuovo accordo a una cifra superiore, con un pagamento per la cessione del 100% della società immediata. Non ho detto no ma solo chiesto chiarezza sulla massa debitoria, perché in questi giorni non si è mai trovato un punto d’incontro sui debiti tra quanto sostiene Sciotto e quanto tracciato dalla due diligence incompleta per due-terzi, piena solo per la parte fiscale. Ciò nonostante era stato raggiungo un accordo tra tutte le parti, ho mandato dunque il consulente a Giammoro per ricevere la documentazione necessaria per avere certezza delle passività, ma il commercialista della controparte non era stato autorizzato a consegnare la documentazione, da noi richiesta all’inizio della trattativa. Diventa impossibile acquistare una società in questo modo. Resto però ancora pronto a raggiungere un’intesa nell’interesse di tutti, perché a me preme solo che il Messina sia iscritto in Serie C».
E adesso? Tra parole e realtà «Il presidente del Messina Pietro Sciotto, come affermato ripetutamente da tempo, e da ultimo lo scorso 24 maggio, con grande rammarico e dolore, non iscriverà la squadra al prossimo campionato», si conclude la nota dell’Acr. Sarà così o questa sortita rappresenta un ulteriore tentativo di giungere a una qualche conclusione diversa della vicenda? Sono filtrate nel frattempo nuove voci di contatti con l’imprenditore romano Manuele Ilari, che in queste settimane, dopo avere presentato un’offerta, era rimasto in sordina “assistendo” alle trattative con Mannino. Ritorno di fiamma con lui? Riapertura a Mannino? Fine delle trasmissioni? Mancano quattro giorni al gong e la situazione sembra complicatissima, senza un finale pronosticabile ma proprio per questo ancora aperto a varie soluzioni.

Ma Mannino ha convocato una conferenza stampa. "Spero che questa conferenza stampa sia un nuovo inizio per la trattativa, non voglio attaccare nessuno. Ma quello che dice il presidente Sciotto è solo parziale. Io voglio spiegare quello che è successo. Sono pronto a rilasciare garanzie, quelle che mi chiede Sciotto. Ma prima ci vuole un accordo che definisca tutto l'iter. Questa società, però, è un bene privato, anche se ha un interesse collettivo e io a ciò non posso sottrarmi: devo rispettare leggi, accordi, due diligence e fare tutto ciò che si fa quando si acquista una società. Questo lo dico nell’interesse di tutti e lo ricordo spesso a me stesso. Di quale garanzie parla Sciotto? Non c’è un contratto, non c’è un accordo. La mia unica volontà è iscrivere il Messina in Serie C, ma io non posso farlo perché non sono il presidente di questa società, non compete a me e neanche posso dare i soldi a Sciotto senza un contratto. Non sono un benefattore, devo presentare una rendicontazione di quello che faccio. È irreale e impraticabile che io faccio un bonifico e lui iscrive la squadra. Fino a due giorni fa, alla presenza di testimoni, ero riuscito a far sottoscrivere alle parti, seppur in mia assenza, un impegno di massima che sarebbe dovuto sfociare in un accordo tra i legali. Un accordo che prevedeva la restituzione della somma che Sciotto avrebbe dovuto pagare per l’iscrizione. Nel momento in cui si poteva addivenire alla sottoscrizione del contratto, io avrei pagato Sciotto, acquisendo il 51% della società. Quindi il giustificativo del pagamento era una parte del prezzo, per cui si andava dal notaio Vicari e avrei presentato l’assegno circolare e lui avrebbe ceduto la quota. La parte eccedente che avrebbe dovuto coprire il debito, di cui oggi non ho ancora cognizione, sarebbe stata pagata con i vari versamenti: Sciotto avrebbe pagato i vari debiti e io l’avrei rimborsato, arrivando così alla cessione del 99%. E su questo avevamo raggiunto un accordo, anche se lui aveva aggiunto che questo accordo era soggetto a valutazione. Al mattino mi chiama, telefonata peraltro veicolata, e io successivamente mi presento in concessionaria. Lui mi propone un nuovo accordo a una cifra superiore, con un pagamento per la cessione del 100% della società. Mi riunisco con i miei consulenti , ne parliamo, ma chiedo chiarezza sulla massa debitoria perché in questi giorni non si è mai trovato un punto d’incontro sui debiti tra quanto sostiene Sciotto e quanto sostiene la due diligence. Ciò nonostante raggiungiamo un accordo tra tutte le parti, chiamo il consulente e lo invito ad andare a Giammoro per ricevere la documentazione necessaria per avere certezza delle passività. Un dato che doveva essere più o meno certo. Ma una volta arrivato a Giammoro, il commercialista della controparte comunica che non era stato autorizzato a consegnare la documentazione, peraltro da noi richiesta all’inizio della trattativa e inviata solo per un terzo. Diventa così un’operazione impossibile acquistare una società in questo modo. Il mio consulente, a questo punto, ipotizza una cifra che è davvero ingente. Dopo tutto questo, stamattina, viene di fatto annullato tutto il lavoro che era stato fatto. Resto però ancora pronto a raggiungere un accordo nell’interesse di tutti, perché a me preme solo che il Messina sia iscritto al campionato". "Loro dichiarano un passivo di 1.2 milioni di euro; secondo noi ammontano a 2.8 milioni di euro a fronte di crediti davvero minimi". Quindi la parte finale. "La mia garanzia da fornire deve essere legata a un accordo, a un contratto, così come previsto dal codice civile, perché nessuno rilascia garanzie in bianco. Come previsto dalle normative bisogna rilasciare una “confort letter” alla Lega in cui viene certificata la consistenza patrimoniale che io ho già prodotto attraverso la mia banca, la City Bank, e che certifica una presenza di fondi, nei miei conti, superiore ai 50milioni di euro e questo documento è a disposizione sin dal primo giorno sia di Sciotto che del sindaco".

Al termine i rappresentanti di alcuni club giallorossi hanno atteso Mannino fuori dall'Hotel Royal, ed è anche partito qualche coro che lo inneggiava

 

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