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Serve un “patto” per salvare il Messina

E' trascorso un altro giorno senza novità sul fronte societario. Concreti i timori di ripiombare nel dilettantismo

I primi contatti tra il presidente dimissionario del Messina Pietro Sciotto e il sindaco Federico Basile ci sono già stati la scorsa settimana. Telefonici, prima della conferenza attraverso la quale è stato annunciato il disimpegno del massimo dirigente. Poi un incontro, il giorno dopo: un approccio a tutto tondo per conoscere come intende muoversi l’attuale proprietà. Ribadita la volontà di cedere e, nel caso in cui non dovesse subentrare qualcuno nella gestione, di non iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie C. Sarebbe un vero peccato, considerati gli sforzi profusi dalla squadra (e dagli stessi vertici del club) per custodire sul campo la categoria.
Un primo giro d’orizzonti, durante il quale, tra Sciotto e Basile, si è parlato anche dei sondaggi che ci sono stati (nei mesi scorsi e di recente) da parte di alcuni gruppi che sarebbero interessati alla società. Ci saranno di certo altri confronti, telefonici e faccia a faccia, nei prossimi giorni, per proseguire la caccia alla soluzione che possa mettere in salvo la barca. Anche se non è facile, lo si è capito da subito.
Tempi stretti e necessità di dare un valore congruo al club, sono “ostacoli” tangibili. Considerato anche che nel “crono-programma” che porta alla prossima Serie C, vi sono gli adempimenti prossimi alla scadenza che vanno onorati. Una matassa intricata, che non fa dormire sonni tranquilli ai sostenitori giallorossi, che sembrano condannati sempre a soffrire e vivere estati tribolate, nonostante la conclusione alla fine positiva della stagione sportiva.
Sussistono delle piste aperte ma non sembrano avere acceso l’entusiasmo della tifoseria, nel complesso divisa anche sulla gestione negli ultimi sei anni della famiglia Sciotto. La posizione dei club organizzati è netta: basta con questa proprietà. Ma ci sono tanti altri che hanno un approccio più morbido, soprattutto se la condizione è o questo o niente. Ma andare avanti, tra divisioni e attriti, come nel periodo più recente, non è accettabile. D’altra parte i l rischio di ripiombare nel dilettantismo è tangibile, se nelle prossime settimane non dovesse esserci una svolta, un’accelerata concreta. E con concreta, intendiamo, un’operazione rapida e decisa: iniezione nelle casse societaria, “buona uscita” per passare la mano e rilancio del progetto tecnico.
Lo abbiamo scritto e lo ripetiamo. In questo contesto, al netto delle priorità che tengono banco al Comune, il ruolo del sindaco Federico Basile e dell’Amministrazione non può essere passivo. Di “semplice” accompagnamento a ciò che fa o vorrebbe fare il presidente Pietro Sciotto.
L’auspicio è che la Giunta (ma anche le altre componenti, al di là degli steccati politici) si faccia promotrice di un “patto per l’Acr”, un’opera di salvataggio che, attraverso colloqui informali ma anche tavoli “tecnici” e conferenze nelle quali coinvolgere tutti quelli che hanno a cuore la sorti della squadra di calcio della città, possa portare a una soluzione (anche transitoria) che garantisca e assicuri continuità al patrimonio del professionismo. «In città c’è sete di grande sport», ha detto Basile dopo la salvezza ottenuta dal Messina. Dunque bisogna fare di tutto per evitare che, addirittura, si chiudano i rubinetti.

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