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Messina, tre indizi fanno una prova. Appesi di nuovo al fattore trasferta

Contro Cerignola, Andria e Monopoli solo un punto e nessun gol realizzato

Due indizi sono una coincidenza, tre fanno una prova: episodi sfavorevoli a parte, questo Messina che ha riacceso la speranza salvezza con due mesi super, in casa non rende come in trasferta. Il ko con il Monopoli lo ha confermato, altra squadra che come il Cerignola è andata via con l’intero bottino dal “Franco Scoglio” sfruttando con cinismo di fatto l’unica occasione creata in area, pur dando spesso sentore di pericolosità. Specie con gli esterni, soprattutto con un Manzari scatenato che solo un Celesia attento e aggressivo è riuscito a limitare.
I numeri non mentono: due punti nelle ultime quattro uscite interne, anche se la prima di questo blocco è quella col Catanzaro e quindi in quel caso può parlarsi assolutamente di punto guadagnato. Nelle altre circostanze, di occasioni perse per avvicinarsi alla salvezza diretta. Altro dato da analizzare: zero gol nelle ultime tre partite al San Filippo. Solo poca lucidità sotto porta? Terreno di gioco che sfavorisce le qualità tecniche dei palleggiatori giallorossi? Approccio diverso quando è l’Acr che deve fare la partita rispetto a quanto può giocare di rimessa? Lo staff tecnico avrà poco più di una settimana per pensarci, perché prima di tornare in casa (il 15 marzo contro il Pescara, turno infrasettimanale) ci sarà da affrontare la trasferta in casa del Monterosi, altro duello clamorosamente importante, quasi un antipasto di playout visto che le due squadre sono distanti due punti (laziali a quota 31, 29 per i peloritani). Però qualche interrogativo bisogna porselo, senza isterismi ma con l’atteggiamento giusto, cercando di trarre ancora il massimo da qui alla fine del campionato, anche dalle gare interne.
La salvezza diretta è ora a -6, si è perso un punto e una giornata è passata ma c’è ancora tempo per provarci, altrimenti si dovrà “ripiegare” sui playout provando ad arrivarci nel miglior modo possibile. Sperando di avere tutti al top: Kragl che quando manca pesa per quanto decide quando c’è, Ragusa che sta cercando di raggiungere il top della forma, Balde che è rientrato dall’infortunio e ha giocato solo 45 minuti, Perez che continua a fare tanto lavoro sporco ma ha bisogno della rete che lo sblocchi. Il Messina oggi ha un’identità, lo ama ripetere Raciti ma anche questo dicono i fatti. Anche se è ovvio che chi schieri fa cambiare come interpreti il modulo.
Infine non può e non deve essere un alibi, ma continua a permanere la paradossale situazione dei rigori non concessi. Anche sabato vi è stato un episodio clamoroso, con Bizzotto che tocca la palla con la mano e l’arbitro, ben piazzato, non fischia. Sarebbe stata una chiamata che poteva cambiare il match ma per l’ennesima volta, non è andata come sperato per l’Acr. Un penalty manca da 66 partite, 35 dello scorso campionato e 30 dell’attuale. È di sicuro una casualità ma non per questo non debba dare fastidio.

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