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Vergogna Messina, ancora un ko. Tifosi umiliati e nessuno si prende la responsabilità del disastro

Difficile trovare aggettivi per descrivere l'ennesima surreale prova del Messina, sconfitto anche dal Taranto in casa e protagonista passivo dell'ennesima scena muta. Peloritani senza anima e amor proprio, che crollano mentalmente praticamente al primo pallone perso e lasciano passare i rossoblù dell'ex Capuano, che non fanno niente di più del compitino per portare a casa i tre punti. Pratica già chiusa per gli ospiti già alla mezz'ora. Al 9' vantaggio pugliese: cross di Mastromonaco, testa di Tommasini, presa difettosa di Lewandowski che di fatto si porta una palla lenta in porta. L'aperitivo amaro dell'ennesima giornata da dimenticare per la maglia biancoscudata. Raddoppio al 32' su rigore causato dal tocco di mano in area di Fofana. Dal dischetto va Antonio Romano che spiazza il portiere avversario.

Il Messina si sveglia quando ormai è troppo tardi, complice l'atteggiamento totalmente rinunciatario dei rossoblù nella seconda parte della ripresa. Al 34' Catania segna con una bella punizione dal limite ma l'arbitro annulla per presunto fuorigioco di Zuppel. È l'ex Versienti a siglare il gol che riduce le distanze con un bel tiro a giro da sinistra al 40'. La coda finale non evita però la quinta sconfitta di fila, prima del Taranto in trasferta a Messina nella storia. Che significa anche un punto nelle ultime sette partite, prestazioni indecenti sul piano del gioco e della determinazione, un quadro desolante e umiliante per quei pochi tifosi presenti (i club organizzati hanno disertato il "Franco Scoglio" in segno di protesta contro la proprietà e l'orario di disputa della gara) ma soprattutto per i colori giallorossi. Inspiegabile come i responsabili di questo scempio siano tutti ancora lì al loro posto. Le colpe non sono e non possono essere attribuite solo alla squadra ma anche a chi l'ha costruita e gestita, al quale sarebbe rimasto solo di dimettersi.

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