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Messina in cerca perenne di una scossa

Nemmeno a Foggia è arrivata l’attesa svolta, anzi sono emerse conferme sui difetti endemici di un organico inadeguato

Nemmeno Foggia è stata la partita dell’attesa svolta. Il Messina è tornato dallo “Zaccheria” con le pive nel sacco, raccogliendo l’ottava sconfitta esterna in campionato, rimanendo ancora una volta a secco alla voce gol segnati (appena uno fin qui, quello di Catania in casa dell’Avellino). Un solo punto nelle ultime quattro partite, numeri impietosi che testimoniano il baratro in cui il Messina è piombato, che ha ridotto al minimo le scorte di pazienza e ottimismo.
Il vice di Gaetano Auteri, Daniele Cinelli, è stato chiaro e schietto nel dopo-gara dello “Zaccheria”: «Bisogna essere realisti e leali con la piazza, non possiamo prenderci in giro. È evidente che la squadra abbia tanti limiti, lo sappiamo perfettamente. Tuttavia dobbiamo andare oltre fino al 23 dicembre, cercare di migliorare negli ultimi metri, trovando magari qualche palla sporca o un episodio positivo. Serve tenere botta fino a Natale, fare più punti possibili e poi vediamo che cosa succederà». A inizio settimana, abbiamo scritto “sperando non sia troppo tardi”, e lo ribadiamo. Dalla dirigenza è arrivato l’invito, anche con un pizzico di disappunto, ad evitare “funerali anticipati”, ma ciò che si vive e manifesta è semplicemente il timore che la situazione precaria (risultati negativi e occasioni sprecate) e la spirale successiva (disaffezione dei tifosi e seguente contestazione, oltre al distacco tra le componenti che l’anno scorso nelle difficoltà erano riuscite a fare quadrato) portino al peggiore degli scenari. Ci auguriamo di no e che si faccia il possibile, ancora una volta (e tutti), per salvaguardare il patrimonio della categoria. Riconvertendo lo sconforto in entusiasmo.
Tornando al piano tecnico. Il ko di Foggia ha evidenziato ancora una volta l’incapacità quasi totale dei peloritani di sfruttare le occasioni create. Non chissà quante, ma con maggiore convinzione si sarebbe potuto anche ottenere qualcosa in più. Ma per ottenerla occorre dare alzare l’asticella, anche in termini di coraggio e convinzione, di carattere ed esperienza. Sul piano dei singoli, si conferma positivo il rendimento di Lewa e Angileri, non ha demerito Zuppel, che ha giostrato inizialmente da esterno e poi da terminale offensivo. Grillo e Catania, partiti inizialmente fuori, hanno provato a incidere ma mancando sempre nella stoccata decisiva. Per il resto rimane il “mistero” Balde e la percezione che manchi quella dose fondamentale di personalità nelle fasi cruciali della partita, che diventano quelle in cui gli avversari prendono il sopravvento portando gli episodi dalla propria parte, anche in partite sostanzialmente equilibrate.
Ora all’orizzonte, già tra due giorni, c’è un’altra sfida cruciale, quella contro il Picerno. Rientrerà Mallamo dalla squalifica ma bisognerà valutare le condizioni di Filì e Fazzi, entrambi usciti anzitempo per guai fisici. È tornato in città, intanto, l’attaccante Maecky Ngombo: si attende il transfer per l’ufficialità, se tutto andrà per il verso giusto potrebbe essere disponibile per la partita contro la Juve Stabia.

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