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Addessi: "Sono con l'Acr Messina anche se lontano fisicamente. Grande gruppo"

Intervista all'esterno d'attacco fermo da Castrovillari, quando si è lesionato il tendine d'Achille. "Cunzi e Oggiano? Ci daranno una grossa mano"

Sono passati più di dieci giorni da quel maledetto istante in cui si è conclusa anticipatamente la stagione di Simone Addessi: 11 aprile, stadio “Mimmo Rende” di Castrovillari. L’Acr Messina si prepara ad affrontare i rossoneri ma accade qualcosa. L’attaccante esterno capisce subito qualcosa non va, lo accompagnano fuori i compagni in braccio. Gli approfondimenti successivi effettuati subito al rientro in Sicilia, diranno rottura del tendine d’Achille. Un infortunio grave, che ha reso necessario un intervento immediato a cui si è sottoposto il classe 1995. Adesso Addessi si trova a casa con il tutore, giovedì scorso ha tolto il gesso ma ovviamente sta rimanendo a riposo per non forzare la parte. Giovedì prossimo toglierà i punti, poi inizierà la riabilitazione. Prima tecar e laser, poi la fase della ripresa dei movimenti.

Ma mentalmente come sta vivendo questo momento il talentuoso mancino?
«Innegabilmente all’inizio la cosa mi ha scosso, anche perché l’infortunio è arrivato in un momento in cui stavo facendo bene, ero in condizione, stavo segnando dopo un inizio faticoso per via di altri problemi fisici. È stata una botta dura però i compagni di squadra, lo staff, la società, il mister, ma anche i tifosi mi sono stati vicinissimi con tanti messaggi e telefonate. Sono rimasto contento perché sono queste le cose vere che ti lascia il calcio. E gli attestati sono arrivati non solo dall'ambiente Acr ma anche da altre persone nell’universo calcistico che mi hanno contattato per sapere come stavo. La cosa più bella in questo momento brutto».

E appena qualche giorno fa, un infortunio simile è occorso a un calciatore dell’Fc Messina...
«Ho saputo di Giuffrida ma anche di un giocatore del Taranto, Falcone. Nel giro di dieci giorni sono saltati tre tendini. Strano davvero perché non si tratta di un infortunio così usuale. Che dire, dobbiamo essere forti e superare al meglio questa situazione».

Con il sostegno della squadra e di un gruppo speciale, come quello di cui fai parte, forse ti da più stimoli.
«Sento i compagni tutti i giorni, mi sento con loro pur non essendoci fisicamente».

E puoi dormire sonni tranquilli con Cunzi e Oggiano che possono sostituirti...
«Con Oggiano ho giocato a Viterbo, conosco le sue qualità. Cunzi è un amico, siamo stati insieme due anni fa alla Turris. Con lui ho un rapporto speciale, ci sentivamo quasi tutti i giorni quando lui era a Latina e io a Cava, abbiamo un rapporto che va al di là del calcio. Quando abbiamo saputo che ci saremmo ritrovati qui eravamo felici di riunirci, peccato che è durato appena due giorni però sono felice che entrambi si trovino all’Acr, perché sono forti e ci possono dare una grande mano».

In una squadra che ha vissuto un aprile super con quattro vittorie in altrettante gare.
«Abbiamo dimostrato anima e cuore, soprattutto con Castrovillari, Dattilo e Paternò. Sappiamo di essere una squadra forte».

Forse con più solidità e consapevolezza rispetto all’inizio di stagione?
«Il gruppo c’è sempre stato ma siamo partiti un poco fra alti e bassi, però siamo tutti bravi ragazzi e con l’esperienza giusta per capire che solo mettendoci tutti a disposizione sarebbe emersa la squadra e poi anche il singolo. Così è nata questa cavalcata, siamo e abbiamo dato un segnale forte distaccando gli altri ma dobbiamo continuare così. Ci aspettano sette battaglie, non dobbiamo guardare nessuno e festeggiare solo a giugno se raggiungeremo l’obiettivo».

Il nuovo stop prolungato può rischiare di creare qualche problema?
«Non è la prima volta, ci servirà per recuperare gli acciaccati e far integrare al meglio gli ultimi arrivati in vista del rush finale».

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