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Cus Unime, corsa contro il tempo, Messina rischia di perdere tutto

La Ssd subentrata nella gestione della Cittadella universitaria intenzionata a trattare l’acquisizione del titolo sportivo

Il Caso

Messina rischia di perdere la serie A2 di pallanuoto maschile. A meno di due settimane dall’inizio del campionato, fissato per sabato 16 gennaio, i giocatori del Cus Unime non si allenano per via della chiusura della Cittadella sportiva universitaria, determinata dal Covid-19, e, soprattutto, perché deve essere definita la vicenda legata al titolo sportivo.
Gli atleti sono tesserati per il Cus Unime, che detiene il titolo, ma il Cusi ha riconsegnato, ad inizio novembre, gli impianti dell’Annunziata all’Università di Messina. L’ex presidente del Cus Unime Nino Micali ha rassegnato, intanto, le dimissioni in modo irrevocabile e non può firmare quindi atti ufficiali, per cui appare improbabile che si possa cominciare la stagione agonistica come Cus Unime.

L'annosa vicenda 

La “neonata” Ssd Unime, società creata dall’Ateneo peloritano per gestire la Cittadella, è al centro della complicata matassa, che riguarda pure altre discipline.
«Ci siamo subito mossi per avviare l’iter delle affiliazioni alle varie Federazioni nell’interesse della città e del suo patrimonio sportivo – dichiara il presidente della Ssd Unime, la campionessa olimpica del “setterosa” Silvia Bosurgi – per la pallanuoto abbiamo fatto richiesta per trattare con il Cus Unime l’acquisizione del titolo e ciò che comporterebbe il passaggio dei tesserati, ma senza ricevere ancora una risposta. È questa l’unica via per mantenere l’A2. Considerato il difficile contesto economico nazionale, la Fin si è dimostrata disponibile ad un’apertura in tal senso. Occorrerà, però, che si perfezioni la cessione, così da procedere e permettere ai pallanotisti di svincolarsi per passare successivamente nel nuovo club. Una situazione analoga la vivono i nuotatori, che potrebbero “liberarsi” soltanto con una richiesta di annullamento del tesseramento da parte del Cus Unime».

La soluzione

La soluzione della complicata vicenda potrebbe trovarsi oggi pomeriggio durante l’assemblea straordinaria del Cus Unime, sospesa lo scorso 30 dicembre, che dovrebbe eleggere il nuovo presidente ed il consiglio direttivo, dando così il la ad altri scenari. L’auspicata “fumata bianca” darebbe un segnale concreto, ma adesso il grande avversario è il tempo limitato per definire tutti gli aspetti burocratici, tecnici e gestionali.
Si avvicinano, infatti, inesorabilmente le date sia dell’esordio in A2 che delle gare regionali di nuoto, in calendario il 24 gennaio. «Questo è sicuramente un problema – commenta Silvia Bosurgi – che speriamo si risolva prima possibile, ma non dipende da noi».
Il Cus Unime era stato inserito a dicembre nel girone Sud, assieme ad Acquachiara, Arechi Salerno, Canottieri Napoli, Nuoto Catania e Muri Antichi. Sei squadre, come per gli altri tre raggruppamenti nazionali, scelte secondo criteri di vicinanza geografica per evitare lunghi viaggi.

La nuova stagione

La regular season prevede dieci giornate (andata e ritorno), poi playoff e playout, la cui modalità di svolgimento sarà legata all’incidenza della pandemia.
Per quanto riguarda la salvezza, pare che l’ultimo Consiglio federale abbia scartato l’ipotesi del blocco delle retrocessioni richiesto da ben dodici club assieme all’allargamento della zona playoff.
Quindi adesso serve accelerare e fare in modo che non si disperda uno straordinario tesoro e un patrimonio acquisito in questi anni grazie alla grande fatica del gruppo che fa capo a Sergio Naccari, il tecnico che in questi anni si è reso protagonista prima della promozione e poi di splendide annate in Serie A2.
Beghe politiche e similari non fanno bene allo sport e vanno messe da parte, perché così si distrugge quanto di buono fatto. All’orizzonte c’è un campionato di Serie A2 al quale i messinesi si presenteranno inevitabilmente in ritardo. Ma è importante che siano almeno ai nastri di partenza del torneo.

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