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Il Messina non sa più vincere e si accontenta

Il Messina non sa più vincere e si accontenta

E sono cinque! Il Messina non sa più vincere. La controprova è arrivata in una fredda serata di dicembre contro un avversario apparso tutt’altro che in crisi. Finisce uno a uno contro l’Akragas e in fondo è anche andata bene ai giallorossi, al terzo pari interno consecutivo, che hanno dovuto rincorrere i combattivi avversari arrivati in riva allo Stretto con una pesante striscia di sconfitte. Il Messina, senza due terzi di centrocampo titolare, ha confermato tutti i propri limiti in prima linea dove il ritorno di Tavares e Gustavo, ieri entrati a recita in corso, può servire pur se alla pausa di Natale manca ormai solo il posticipo di Caserta. Più sostanza e cattiveria nell’un - dici di Legrottaglie che nella ripresa ha anche sfiorato il nuovo vantaggio con Marino, che ha sangue messinese essendo il figlio di Raimondo, il cui colpo di testa si è infranto sulla traversa. Buon per un Messina che ha dimostrato le solite fragilità pur mettendoci cuore e orgoglio per provare a interrompere un’astinenza da vittoria che dura da trentasei giorni. Quantomeno, i giallorossi sono riusciti a far gol dopo 425 minuti grazie a una perla di Fornito su punizione che non ha potuto nascondere la sterilità di un attacco che anche ieri ha concluso poco o nulla e che da oggi deve anche fare i conti con l’infortunio di Cocuzza, uscito prima dell’intervallo per un guaio alla caviglia. Con il centrocampo in piena emergenza – assenti per squalifica Baccolo e Giorgione –Di Napoli mette da parte il 4-3-3 presentando un Messina più equilibrato in campo col 4-4-2 che è un vero 4-2-4 in fase di possesso: difesa confermata, Padulano e Biondo esterni di una mediana imperniata su Fornito e Zanini, Cocuzza e Leonetti a comporre il tandem d'attacco.

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