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Rometta, Venetico e... quei borghi messinesi che lottano contro la piaga dello spopolamento

I piccoli borghi “gioiello” di Rometta e Venetico, due luoghi senza tempo, custodiscono tradizioni, cultura, tipicità e storia che rappresentano un patrimonio inestimabile, oltre che la vera identità del paese.

A Rometta, tra il 1570 e il 1881, la popolazione subisce un incremento. Nel 1570 si contano 3250 abitanti, nel 1861 i residenti sono 3750, mentre nel 1881 si raggiunge la soglia dei 4000. La Ss 113 viene costruita dai Borboni nel 1833. Nella frazione di Rometta Marea ci sono pochi abitanti. Altri, invece, abitano nelle case coloniche e di campagna sparse tra agrumeti e poderi. La maggior parte della popolazione si trova nella parte collinare di Rometta. Anche Rapano e Pantano sono molto popolate. L’esodo inizia già nei primi anni del Novecento (negli Usa) e continua negli anni Cinquanta (in Australia). Durante le guerre, dal 1915 al 1945, si registra un periodo di stallo. In molti emigrano intorno al 1950 (Brasile, Argentina, Australia, Usa, Belgio e Roma). Gli anni Sessanta sono quelli migliori, per cui l’emigrazione è minima. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, poi, tanti si trasferiscono al Nord Italia (Torino, Milano, Vigevano) e in Svizzera, Germania, Usa, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Francia. Nel 1973, a seguito di un’alluvione, gli abitanti della frazione Conduri sono costretti ad abbandonare le case. Intorno al 1975, molte persone dei centri collinari si spostano nei centri della fascia tirrenica e a Messina. Intorno al 2000, come anche adesso, parecchi lasciano il paese per trasferirsi altrove, soprattutto per motivi di lavoro e studio. Attualmente, Rometta conta circa 6800 abitanti, più di 5000 sono residenti a Rometta Marea e circa 1200 a Rometta Centro e dintorni. I restanti vivono negli altri borghi.

Una valida rete di strategie, volta al contrasto allo spopolamento, si è solidificata nel tempo tra la Pro loco, guidata dal presidente Giovanni Arnò, e l’Amministrazione retta dal sindaco Nicola Merlino, prima, e da Nino Cirino, oggi. «La Pro loco sta cercando in tutti i modi e con un lavoro certosino, basato soprattutto su studio e ricerca, di divulgare la storia della gloriosa Rometta e promuovere le meraviglie esistenti su questo territorio, attraverso visite guidate ed escursioni – dichiara Arnò –. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Circa 15mila visitatori hanno raggiunto ad oggi il nostro centro storico e tutti hanno espresso apprezzamenti». Confermando il tangibile impegno dell’associazione, il sindaco assicura che l’Amministrazione continua a operare affinché il territorio riacquisti densità demografica, attraverso la riqualificazione del centro storico. «Ho in mente il recupero delle strade agricole per favorire la nascita di aziende – afferma Cirino –. Ci stiamo battendo per non perdere l’Ufficio del giudice di pace. E ancora, stiamo eseguendo la ristrutturazione della scuola. Incrementiamo i servizi scolastici e la mobilità, garantendo aiuto agli anziani».

Un altro borgo altrettanto suggestivo che soffre lo spopolamento è Venetico Superiore. «Nel 1974 contava 680 abitanti, ora siamo 150 – riferisce lo storico parroco del paese, don Antonino Merlino –. Abbiamo opere molto belle, che stanno diventando una cattedrale nel deserto. La terra è abbandonata. Le chiese e i beni artistici tengono ancora in vita il posto». Anche qui, l’Amministrazione guidata dal sindaco Francesco Rizzo ha puntato i fari sul fenomeno, per cercare di creare i presupposti per una rinascita.

«Non è facile – dichiara l’assessora ai Borghi Tiziana Alesci –. Stiamo insistendo con il restauro del castello, sperando in una ripartenza turistica e al tempo stesso auspichiamo che le persone si possano appassionare al nostro splendido centro e pensare di investirvi. Scommettiamo sulla rigenerazione urbana, perché con le risorse del Comune si può fare ben poco. Tante sono le opere in progetto, come il restauro della fontana in piazza Duomo. Un plauso va ai giovani proprietari della pizzeria, che garantiscono un bel movimento. La parrocchia e le associazioni fanno sicuramente la loro parte».

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