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Lo chef di Messina Giuseppe De Vuono: a 29 anni un “due stelle Michelin” a Hong Kong

«Una carriera nata quasi per caso, poi è diventata passione e ora sono felice, nonostante i sacrifici»


Ha conquistato a marzo due stelle Michelin a Hong Kong. Segni particolari? La giovane età , considerando che di anni Giuseppe De Vuono, messinese doc, ne ha solo 29. Mentre tutto il suo viaggio di scoperta è partito quasi senza troppe pretese. «Ai miei, quando ero ragazzino – racconta Giuseppe – dicevo che avrei voluto frequentare l' Istituto alberghiero Antonello, perché non volevo impegnarmi più di tanto. Ironia della sorte, considerando tutti i viaggi fatti per costruire il mio futuro lontano dalla “comfort zone”. Anzi, lontanissimo. I primi tre tra i banchi sono stati quasi un incubo per la mia indole vivace, perché non si faceva nulla di pratico, ma poi a 16 anni dissi al mio professore che volevo andare a lavorare».

La prima esperienza

Detto fatto. La prima esperienza a Vulcano, test importante di 3 mesi per capire cosa significhi davvero la parola lavorare. «L'ultimo anno di scuola – continua – feci uno stage di 15 giorni a Londra e sfruttai quel lasso di tempo apparentemente breve per afferrare opportunità in un secondo momento facendomi letteralmente la faccia tosta. Passaggio obbligato: far chiamare i miei genitori. Mi chiamarono in estate e capì che volevo ritornarci dopo la maturità. Provvidenziale fu il professore Nino Iannazzo che mi diede il contatto della Locanda Locatelli, un nome che in Italia dice tanto, considerando che il padrone di casa, Giorgio Locatelli, in Italia è giudice di Masterchef. E lì ha una stella Michelin. Fu dura, ad essere sincero non parlavo inglese e mi era anche impossibile impararlo considerando che in cucina erano tutti italiani.

Da Londra all'Asia

Così decisi senza pensarci troppo di cambiare e mandai un cv al “The Connaught Hotel”. e dopo il classico colloquio mi assoldarono. La cucina era francese e lì ho passato quasi 6 anni della mia vita imparando tantissimo». Dopo la folgorazione per l' Asia e l'opportunità tramite un passaparola di arrivare al ristorante Tosca di Angelo, dentro l’iconico “Ritz Carlton Hotel”. «Non ci speravo più dopo tante candidature mandate a vuoto. Avevo 23 anni. E per tre anni abbiamo mantenuto una stella. Ma le migliori cose sono successe con il Covid, un dramma per tanti, una vera fortuna per me. Infatti si è liberata una posizione come chef al ristorante 8 e 1\2 Bombana e iniziai il mio percorso accanto a Umberto Bombana una leggenda nella sua patria adottiva, Hong Kong, che ha saputo elevare la cucina italiana a nuovi livelli di eccellenza. Una grande opportunità per me considerando che il suo è l'unico ristorante all'estero che ha 3 stelle». E le cose belle stavano maturando. Infatti, a stretto giro, si è spalancata una scommessa, perché si è aperta una nuova posizione in un altro locale di proprietà di Bombana.

Executive chef

Giuseppe, con grande tenacia e umiltà, si è proposto per accogliere il timone di un luogo che aveva già conquistato due stelle e doveva mantenere gli standard: «Sono approdato al ristorante Octavium lo scorso anno e ho iniziato come executive chef cercando di prendere le redini e portando tutto il background che mi sono costruito in questi anni. La grande sorpresa? La Michelin ci ha riconosciuto 2 stelle nella guida Michelin HK & Macau 2024. Una grande vittoria per me, per il mio secondo sous chef , anche lui italiano, e per tutta la brigata».

La terza stella

Giuseppe ora guarda avanti puntando alle tre stelle e rivela che ci sono delle cose strettamente siciliane che si fa arrivare: i capperi eoliani e la nostra passata di pomodoro con il ciliegino. «La vita è pesante e i ritmi pressanti, ma le soddisfazioni non mancano. Ai miei coetanei dico invece di non scoraggiarsi e di provare, perché a tornare si fa sempre in tempo». E sull'idea di tornare è quasi categorico: «Messina è casa. Ci torno una volta l' anno a respirare a pieni polmoni la bellezza di Ganzirri del mare e l'affetto della mia grande famiglia che amo. Qui a Hong-Kong sono cresciuto tanto e sono riuscito ad ambientarmi. Si lavora tanto, ma per ora va bene così...».

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