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“Messina un po’ è anche nostra”: ecco come vivono in città i fuorisede

Viaggio tra gli studenti universitari che vengono da altri comuni o nazioni: come si trovano nei residence e cosa si aspettano. Positivo il giudizio complessivo, cresce la voglia di integrarsi e di avere più servizi

L’Ateneo e i fuori sede: l’aria che tira dentro e fuori dai residence universitari. Tra miraggi, paradossi e lungaggini burocratiche, la polemica sulla ridotta dotazione di posti letto per gli studenti fuori sede anima il dibattito a Messina. Ad inasprire i toni, si aggiungono la mancata apertura della Casa dello studente di via Cesare Battisti e i costi esosi dell’Hotel Liberty. Per quest’ultimo tema, tuttavia, la neorettrice Giovanna Spatari ha già promesso una sostanziale revisione dei prezzi, che indurrà gli studenti ad occupare il rimanente 50% degli alloggi rimasti sfitti. Adesso, la domanda che ci si pone è la seguente: Messina è o non è una città per fuori sede? Per rispondere, abbiamo spostato la nostra lente di ingrandimento proprio su quegli studenti che vivono questa esperienza in prima persona.
Dentro e fuori dalle residenze universitarie, e attorno a noi, ci sono persone di culture e abitudini difformi dalle nostre. Persone che, nonostante tutto, vogliono formarsi qui e vivere pienamente la nostra città. Ecco, dunque, le testimonianze di un gruppo multietnico, diversificato e voglioso di condividere la propria esperienza. Al fine di comprendere meglio la natura di certe dinamiche interne, Angelo Sparaino, il vicepresidente di "Controcorrente", una delle associazioni studentesche più attive e rilevanti a Messina, si è fatto portavoce di coloro che vivono nei residence universitari, presentandoci alcuni dei ragazzi. Lui è il primo a rispondere alle nostre domande.
Angelo, 21 anni, da Enna «Vengo da Gagliano Castelferrato, un comune della provincia di Enna. Sono uno studente di Scienze biologiche al terzo anno. Negli ultimi anni, la città si è trasformata in una vera e propria realtà universitaria, offrendo opportunità di crescita, sia per gli studenti che per l'intera comunità circostante. Tuttavia, noto ancora spazi per miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda gli aiuti destinati agli studenti fuori sede. Un aspetto cruciale riguarda le assegnazioni degli alloggi da parte dell'Ersu. Attualmente, la maggioranza degli studenti nelle residenze è straniera (80%), mentre solo il 20% è rappresentato da studenti italiani. Proporrei, quindi, una graduatoria equa, per garantire un accesso altrettanto equo alle strutture abitative più convenienti. Nel mio ruolo di rappresentante degli studenti e portavoce di coloro che vivono nei residence universitari, comprendo le sfide finanziarie che alcuni studenti affrontano per proseguire gli studi universitari. Mi impegno quotidianamente ad ascoltare e sostenere gli studenti, affrontando difficoltà di vario genere. Come vicepresidente di “Controcorrente”, mi concentro sull'integrazione degli studenti trasferitisi a Messina, cercando di farli sentire a casa. Organizziamo eventi e iniziative per favorire la socializzazione, fornendo un supporto essenziale, soprattutto ai nuovi arrivati. Lasciare la propria città per studiare altrove rappresenta, a mio avviso, un atto di maturità. Penso che l'Università non debba essere solo un luogo di crescita intellettuale, ma anche un contesto di benessere individuale. Trovare il giusto equilibrio, esplorare passioni, creare legami e dedicare del tempo a ciò che ci appassiona sono elementi fondamentali. La mia esperienza a Messina è stata positiva fin qui».
Linda, 22 anni, etiope «Sono nata e crescita nella vivace città di Addis Abeba, in Etiopia. Attualmente sto frequentando il terzo anno della laurea triennale in Scienze politiche e Relazioni internazionali e alloggio alla Casa dello studente Ersu a Gravitelli. La mia esperienza di vita a Messina ha avuto sia pro che contro. La città si sta ancora attrezzando per ospitare studenti internazionali ed espatriati. Non sono ancora stati istituiti sistemi che consentano l'integrazione dei cittadini stranieri, e la lingua gioca un ruolo importante nella creazione di queste barriere. Fatto presente questo, la barriera linguistica è stata anche un motivo trainante per gli studenti internazionali, che hanno imparato l'italiano e iniziato anche a valorizzare la conoscenza di varie lingue straniere e le opportunità che ne derivano. I servizi forniti dall'Università migliorano di anno in anno, ma sarà necessario impegnarsi maggiormente per far fronte ad un numero crescente di stranieri. L'integrazione non solo consente agli studenti stranieri di trarne un vantaggio, ma anche alla città di assorbire un po’ di ciò che ciascuno ha da offrire. Nel complesso, mi reputo soddisfatta di aver avuto l'opportunità di conoscere una nuova cultura, imparare una nuova lingua e un modo di vivere lontano dal mio. Inoltre, vivere l'alternarsi delle stagioni in questa città portuale è stata un'esperienza meravigliosa».


Jimmy, 29 anni, venezuelano «Sono uno studente di Scienze motorie e sono arrivato a Messina a ottobre. Abito nella Casa dello studente Ersu all’Annunziata, l’ambiente mi piace e la gente è molto gioviale. L’alloggio che mi hanno assegnato è comodo e i costi mi sono sembrati convenienti. Mi piace molto il cibo della mensa e devo dire che, al di là di tutte le critiche che si sentono in giro, Messina è una bellissima città. Fino ad ora, tutto è stato di mio gradimento. L’Ersu di Messina mi sta aiutando molto a orientarmi nel campus e fuori, e l’Università sembra impegnata ad aiutare le persone a soddisfare il proprio diritto allo studio. A mio avviso, ci sono solo piccole migliorie da fare, come ad esempio nel caso degli spazi dedicati allo studio. L’aula studio della nostra facoltà, ad esempio, era una segreteria in precedenza; adesso necessita di un adeguamento degli spazi e delle attrezzature. Al di fuori del campus, invece, direi che sarebbero utili più mezzi di trasporto, soprattutto la domenica. Purtroppo, il campus dell’Annunziata è un po’ lontano dal centro e, durante il nostro giorno libero, non abbiamo molte occasioni per uscire».
Sara, 20 anni, da Roma «Sono romana, studio Medicina e chirurgia al secondo anno. Trovo che Messina sia una città accogliente e i suoi abitanti persone solari. Le cose che amo di più sono il cibo ed il mare, mentre quelle che amo di meno riguardano la mobilità: l’uso eccessivo delle auto, anche per piccoli spostamenti, favorisce spesso la paralisi del traffico. Si dovrebbero usare di più i mezzi pubblici. Come studentessa fuori sede, devo dire che all’inizio è stata un po' dura ambientarmi, ma pian piano mi sto abituando ai nuovi ritmi. Ho cercato di trovare il giusto equilibrio tra studio e vita sociale e ogni giorno cerco di vivere questa nuova esperienza al meglio, anche perché sono consapevole di attraversare il periodo più intenso ma anche più straordinario della mia vita. Per migliorare la mia esperienza di studentessa fuori sede, sicuramente mi piacerebbe vedere dei miglioramenti nelle infrastrutture: le aule dove gli studenti trascorrono la maggior parte delle loro giornate potrebbero essere più attrezzate».
Dong, 23 anni, vietnamita «Attualmente sto frequentando un Master in Teoria della Comunicazione e vivo qui a Messina da più di un anno. Ho sempre desiderato venire in Italia poiché molte persone mi hanno detto che ci sono alcune similitudini a livello sociale col Vietnam. Così, quando un mio amico mi ha parlato del programma della mia Università in associazione con UniMe, ho colto la palla al balzo presentando la mia candidatura. Prima alloggiavo alla Cittadella universitaria sportiva dell'Annunziata, ma ora, grazie alla borsa di studio, alloggio al residence di Gravitelli dell'Ersu. Nel complesso, il posto in cui mi trovo adesso è sicuro e in buone condizioni, e i servizi sono sufficienti, tenendo conto di pulizia e manutenzione. La cosa che non mi è piaciuta qui è come alcuni proprietari di cani della zona non si impegnino a tenere puliti i marciapiedi, soprattutto in via Pietro Castelli. Detto ciò, finora le mie esperienze a Messina sono state per lo più positive. La trovo una città tranquilla e il pesce è una prelibatezza locale che gradisco molto».
Khashayar, 25 anni, iraniano «Sono uno studente al terzo anno di Medicina e Chirurgia e vivo in un trilocale con i miei coinquilini. Ho scelto di prendere un appartamento perché i dormitori sono lontani dal mio Dipartimento. Messina è una bella città, con gente simpatica e amichevole, ma ci sono alcuni problemi per gli studenti. Ad esempio, non ci sono abbastanza posti nella biblioteca centrale durante le vacanze; la mensa della Casa dello studente in via Cesare Battisti è calata in termini di qualità negli ultimi anni. In generale, penso che Messina sia una buona scelta per gli studenti fuori sede, perché non è una città costosa in cui vivere e l'Università, bene o male, cerca di aiutare gli studenti per questioni relative all'affitto. Allo stesso tempo, però, penso che l'Università dovrebbe avere una propria borsa di studio separata dall'Ersu per gli studenti. In questo modo, incoraggerà gli studenti a studiare meglio e, inoltre, potrà fornire strutture migliori per gli studenti con più crediti e punteggi medi più alti».

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