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Il messinese Davide Riccardo solista del “New York City Ballet”

Straordinaria la carriera di Davide, classe 1999, che è riuscito a scalare gerarchie consolidate e ora è tra i più importanti ballerini al mondo

«Se credi nel tuo sogno puoi realizzarlo. Io mi sono lanciato seguendo il mio istinto e la vocina interiore che mi diceva che in qualche modo ce l'avrei fatta. Ai giovani come me dico che chi parte dalla Sicilia deve faticare di più, ma se lavori duro puoi farcela. E questo vale per qualsiasi campo». Negli anni scorsi aveva fatto parlare di sé perché era stato l' unico italiano che faceva parte della compagnia del “New York City Ballet”, dopo essere stato ammesso alla “School of American Ballet”, ovvero l’Accademia di danza fondata negli Stati Uniti da George Balanchine, la sola che può dare accesso ad una delle compagnie di danza più prestigiose del mondo. E ora a distanza di qualche anno la storia fantastica di Davide Riccardo, classe 1999, si è arricchita di un nuovo meraviglioso capitolo. Come le favole moderne che sanno stupire.

«Sono ancora emozionato e fatico a crederci – racconta Davide –, sono stato promosso da pochi giorni a solista del “New York City Ballet” dopo aver passato 4 anni e mezzo nella compagnia e va detto che di mezzo ci sono stati 2 anni di stop per la pandemia. Sembra scontato ma non lo è , tutti i ballerini danzano e si allenano duramente pensando che un giorno arriverà il momento della promozione. Prossimo step? Lavorare ancora duro per diventare primo ballerino». La storia di Davide inizia proprio a Messina quando da bambino a soli 5 anni, guardando la serie tv “Paso adelante”, ripeteva i passi dei ballerini destando l'attenzione amorevole della zia, mentre mamma Rosita ha premuto il tasto start della formazione. «Papà Alfonso – continua il suo tuffo nel passato – è scomparso quando ero piccolissimo, nello stesso periodo in cui stavo incollato al tubo catodico i miei erano fuori per via delle cure di mio padre. Insomma, purtroppo, è andato via quando ho iniziato a ballare. In seguito, la mia famiglia mi chiese se ero interessato a prendere lezioni di danza ma pensavano che sarebbe stata una passione passeggera. Si sbagliavano. E del periodo messinese ricordo con affetto le mia maestre Emma Prioli e Mimma Cubeta che mi hanno preparato a spiccare il volo ».
A 13 anni arriva il trasferimento nella capitale e il giovane, allora adolescente, dopo un’audizione alla scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, venne ammesso al IV corso e allora era l’allievo più giovane. E alla fine sognando in grande e desideroso di volare alto mandò, a selezioni chiuse, un video alla scuola di danza dell'American Ballet. «Quel giorno lo ricordo come se fosse ieri. Riuscì nella mia impresa. Mi offrirono di entrare nella scuola con una borsa di studio completa». Ma non fu tutto semplicissimo: «Già quando stavo a Roma ho fatto i conti con la lontananza dalla mia famiglia – rivela – e poi arrivato a New York non parlavo una parola di inglese e dovevo frequentare il liceo. Ad oggi riguardandomi indietro posso dire che la motivazione me l'ha data ciò che volevo diventare e “vai avanti” me lo ripetevo ad ogni momento di scoramento».

Sul palco il talento strettese che ha stregato perfino l'attrice Jennifer Garner, non dà alcun segno di tentennamento e ogni volta non vede l'ora di trascinare il pubblico (sempre sold out da 3mila persone) nel suo mondo onirico. E intanto che il sogno ad occhi aperti continua arriva anche il momento della riconoscenza: «Ci sarebbero tantissime persone da ringraziare e qualche grazie voglio dirlo. Dedico questo mio traguardo alla mia famiglia ma anche a me stesso, a quelli che hanno creduto in me. E anche a quelli che non lo hanno fatto perché mi hanno dato la forza di andare avanti per dimostrare ciò che sarei diventato Non nascondo che in futuro mi piacerebbe tornare in Italia a portare le tecniche che ho imparato in America che sono molto diverse dalle nostre».

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