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In tanti da Messina a Lisbona per la 38ma Giornata mondiale della Gioventù: testimoni di carità e dell’amore di Dio

Hanno sfidato sonno e stanchezza, sapori nuovi e qualche linea di febbre, dormendo nei sacchi a pelo, sui treni e anche in infermeria, condividendo lunghi tragitti e tanta gioia. Fra selfie di gruppo, canti e momenti di confronto, per le ragazze e i ragazzi di Messina la 38ma Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona che si è conclusa oggi, è stata un’esperienza indimenticabile.

Il culmine ieri sera al Parque Tejo, con oltre 60mila coetanei per la veglia di preghiera presieduta da Papa Francesco, leader indiscusso di questa iniziativa indispensabile per rilanciare il valore della socialità e la responsabilità di essere cristiani; nei giorni scorsi lo avevano atteso, pronti a immortalare il suo passaggio in macchina, accogliendolo con straordinari cori da stadio.

A seguirli da Messina, attraverso i social e una frizzantissima chat di gruppo, il direttore della pastorale giovanile padre Stefano Messina e l’arcivescovo Giovanni Accolla, per tutti “padre Giovanni”, pronto a incoraggiare e a condividere la gioia con i suoi giovani.

Tanti i giovani e gli adulti che hanno partecipato al raduno di San Filippo del Mela: sul tema “Maria si alzò e andò in fretta” tratto dal Vangelo di Luca, e legato al l’icona biblica della Visitazione di Maria a sant’Elisabetta che ha fatto da sfondo alla GMG 2023, hanno pregato collegati in diretta streaming con Lisbona.

“Il Santo Padre ci ha invitati tutti ad alzarci e in fretta andare per essere testimoni di carità e segni visibili dell’amore di Dio. Il Signore susciti, nella nostra Chiesa di Messina, giovani generosi che in fretta si alzino e, pronti, scoprano la bellezza di servire con gioia il Signore e i fratelli, continuando a essere servi fedeli della Parola, annunciatori audaci del Regno, uomini di preghiera.

In un mondo segnato dall’edonismo e dal piacere, Gesù è un anticonformista, non si adegua e non si adatta. Abbiate il coraggio di essere come lui anticonformisti, donne e uomini di speranza”, ha detto il presule attendendo ansioso il loro ritorno per incontrarli. Tante le riflessioni di questi giorni, che i ragazzi - tre dei quali seminaristi - hanno sviluppato guidati dai sacerdoti che li hanno accompagnati (i rogazionisti animatori vocazionali dell’Istituto Cristo Re Claudio Pizzuto e Domenico Giannone e il francescano del Terz’ordine regolare fra Alberto Foti, parroco della comunità di Sant’Andrea Avellino).

Significativi quelli del giovane Letterio Ciraolo di San Filippo superiore, in cammino verso il sacerdozio tra i figli di Sant’Annibale, che ha sintetizzato in tre parole questa esperienza: scoperta, stupore, appartenenza e di Gabriele Pellegrino che così ha scritto: “Ci siamo aperti l’uno con l’altro e abbiamo manifestato ciò che ci ha spinto a partire. Ci siamo accorti come molti del nostro gruppo provenienti da diverse realtà della diocesi inizialmente non volevano vivere questa esperienza perché preoccupati dall’ignoto, ma come ogni scelta d’amore siamo usciti dalla nostra zona di conforto e, mossi dal desiderio dell’avventura, dalla voglia di vivere un evento ecclesiale così importante con altri giovani che credono e vogliono vivere Cristo e dal desiderio di scoprire la nostra vocazione, ci siamo alzati in fretta e ci siamo messi in cammino come Maria. Malgrado le difficoltà del viaggio, abbiamo visto e provato la gioia travolgente conoscere nuovi amici e fratelli nella fede, di vivere Cristo tra noi per testimoniarlo una volta tornati a Casa”.

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