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Messina, storie di dolore declinate al femminile che emozionano e fanno riflettere

Le prove dello spettacolo “Sorella Mia” con le detenute del carcere di Gazzi

Maria che andava al liceo classico e prendeva sempre il treno per studiare pianoforte al conservatorio; Blessing e il ricordo straziante del suo bambino sconfitto troppo presto da una brutta malattia, Maria T. che lavorava al supermercato e il padre voleva la foto del fidanzato; Precius picchiata e isolata per aver denunciato.
Storie vere che, attraverso percorsi diversi, sono arrivate sul palco del Piccolo Shakespeare, teatro all’interno del carcere di Gazzi, raccontate da chi le ha vissute in prima persona. Sono storie femminili che emozionano e fanno riflettere, racconti che fanno parte dello spettacolo “Sorella Mia” che le detenute di media sicurezza della “Libera Compagnia del Teatro per Sognare” stanno allestendo con la regia di Antonio Previti, che da sempre segue i laboratori teatrali al carcere, e l’attore e musicista Luca Stella.
«Sono storie di donne maltrattate dalla vita», dice collegandosi mentalmente alla recente giornata internazionale contro la violenza delle donne, Angela Sciavicco, direttrice del carcere di Gazzi salutando una delegazione del Rotary Club di Messina che in occasione della visita di Orazio Agrò, governatore del Distretto 2110 Sicilia e Malta, al Rotary Club di Messina, ha assistito ad una prova aperta dello spettacolo che si è tenuta sul palco del Piccolo Shakespeare.
Da anni il Rotary Club di Messina, attualmente presieduto da Nino Samiani, sostiene il progetto del teatro in carcere e le iniziative della Libera Compagnia del Teatro per Sognare”, sin dalla presidenza dell'avvocato Alfonso Polto. È stata l’occasione per far conoscere al governatore il progetto e per cercare di farlo espandere. Il progetto “Reti Teatrali” è stato sostenuto sin dall’inizio dalla Caritas e da qualche tempo vede anche l’impegno dell’Università. All’incontro, infatti, hanno partecipato anche l’arcivescovo mons. Giovanni Accolla e le studentesse del progetto “Liberi di essere Liberi” con la professoressa Annamaria Citrigno, referente del progetto.

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