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Dallo Stretto al mondo: Massimiliano Martino, il manager che ha "costruito" il suo successo

Crede nell'umiltà come chiave di ogni successo, legata alla voglia di apprendimento continuo per raggiungere sempre grandi risultati. E ha un motto: mai perdere la fiducia

Massimiliano Martino

Visionario, intuitivo e determinato. Manager affermato che oggi opera nel settore del packaging (produzione di involucri e contenitori per il confezionamento). Da bambino, amante dello sport, sognava di diventare un calciatore professionista, e da grande invece si è costruito il suo futuro con sacrificio e determinazione.

Massimiliano Martino, classe 1983, dopo la laurea a Messina si è specializzato volando in Inghilterra e negli Stati Uniti. Esperienze che gli sono servite per perfezionare l'inglese e le conoscenze tecnico-manageriali. E che consiglia vivamente a tutti: «Ricordo – racconta – con piacere il periodo americano. Avevo 22 anni. Dal lunedì al venerdì sveglia la mattina alle 7, colazione e poi in campus sino alle 19 per studiare la lingua e apprendere lo slang il più possibile. Dopo mi dedicavo alla ricerca di un lavoro. Continuavo a fare sport e il venerdì sera mi ritrovavo con i colleghi universitari al “Tiger Bar” della Louisiana State University».

Il giovane completò gli studi con buoni risultati ma non riuscì a ottenere il visto per lavorare negli Usa e così tornò in Italia. Una breve tappa. Con nuovi slanci all'orizzonte. Tanti in verità: « Alle spalle ho un duro lavoro in cantieri di costruzione di impianti petrolchimici e in piattaforme petrolifere sul mare. Infatti, decisi di diventare un esperto nel mondo chimico e petrolifero trasferendomi ad Abu Dhabi per lavorare in una delle più grosse aziende petrolifere al mondo. Fui il primo italiano assunto. Inizialmente credevo di rimanerci per pochi anni, ma poi mi integrai molto bene legando con amici di diversa nazionalità con cui mantengo un bellissimo rapporto».

Una vita dura, nonostante i buoni rapporti coltivati, che ricorda che nulla si ottiene senza sacrificio: «Quando arrivai nei Paesi Arabi non vi era spazio in hotel nella capitale a causa della forte espansione economica, quindi inizialmente alloggiavo a Dubai da cui viaggiavo giornalmente per lavorare ad Abu Dhabi. Si lavorava duramente in impianto con qualsiasi temperatura e tempeste di sabbia.

Tuttavia, credevamo in quello che facevamo e ci divertivamo molto a raggiungere i risultati migliori possibili. Costruimmo, collaudammo e mettemmo in funzione al meglio un impianto chimico del valore di diversi miliardi di euro con milioni di tonnellate di produzione annua. Altri impianti da gestire si trovavano in località remote nel deserto dove soltanto attraverso speciali permessi e formazione si poteva accedere. Capitava spesso di dover dormire negli alloggi degli impianti nel deserto, dove vidi una gazzella selvatica di notte accanto a me».

Il tempo libero però regalava qualche distrazione: giri in barca, tuffi in piscina, e programmi futuri: « Ci siamo trovati benissimo nei Paesi Arabi, più conoscevamo e rispettavamo le culture locali e quelle di altre nazioni, e più venivamo rispettati e valorizzati».

Il ritorno in Europa iniziò a diventare vicino con un motivo speciale. Dopo 5 anni: «Mi trovavo nell’ufficio al sedicesimo piano dell’azienda di Abu Dhabi attendendo un training su come proteggere me stesso e gli altri da gas tossici che potevano essere presenti in impianti petroliferi. Lì vidi per la prima volta colei che sarebbe diventata mia moglie e mi innamorai immediatamente. Dopo un anno decidemmo che era giunto il momento di spostarci in Europa per creare una famiglia, e allo stesso tempo fui contattato da una delle più grandi aziende chimiche del mondo che mi offrì la possibilità di lavorare dalla Germania per gestire sia le attività produttive che di costruzione di nuovi impianti in Sud America, Europa, Paesi Arabi e Turchia».

Il trasferimento non fu semplice ma i due convolarono a nozze e si trasferirono in Germania, affrontando il passaggio dalle temperature tropicali a quelle nordiche: «Imparai il tedesco grazie all’aiuto dell’azienda e tutti i segreti necessari per aver successo lì, rimango grato al mio primo manager che con modi duri mi supportò sempre. Viaggiavo quasi tutte le settimane. Destinazioni? Brasile, Argentina, Francia, Spagna, Svizzera, Norvegia, Qatar, Abu Dhabi, Turchia e Asia per lavorare sia nei diversi impianti in produzione che in costruzione».

Ritmi pressanti tra il fuso orario tenuti grazie all'aiuto della famiglia, rimarca Massimiliano, e alla voglia di dire grazie a chi crede nei giovani talenti. Ma altro lo attendeva. Il suo presente: « Dopo 5 anni di duro lavoro con ottimi risultati fui contattato da un professore di fisica quantistica, luminare nel settore chimico farmaceutico, imprenditore e investitore, che decise di farmi lavorare per lui e per altri investitori internazionali. Inizialmente sviluppai una nuova divisione di un’azienda chimica che fatturava diversi miliardi di euro che operava in Europa, Usa, Canada, Russia, Cina e India.

Dal 2020 mi è stato chiesto di gestire la parte tecnologica e di sviluppo di un’azienda di packaging recentemente acquisita dagli stessi investitori, la terza più grande al mondo e le rispettive aziende in Italia con circa 400 dipendenti. Lavorando direttamente per uno dei più grandi imprenditori del mondo del packaging». Massimiliano Martino crede nell'umiltà come chiave di ogni successo, legata alla voglia di apprendimento continuo per raggiungere sempre grandi risultati. E un motto: mai perdere la fiducia.

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