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Una vocazione forte nata tra le baracche di Messina

Il 28enne neosacerdote Giovanni Russo

L'atto di umiltà di Giovanni Russo durante la celebrazione presieduta dall’arcivescovo Accolla a Messina

«Di solito è la famiglia a orientare la strada verso la vocazione, con la propria testimonianza di vita ma nel mio caso è accaduto il contrario». Quella del giovane 28enne Giovanni Russo, religioso dei Servi della Carità di don Luigi Guanella, che sabato scorso ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale in Cattedrale, è una storia di grande sensibilità e apertura alla sofferenza, nata nel rione Aldisio dov’è cresciuto con i genitori e i nonni e culminata con la scelta di indossare la tonaca «per saziare la fame di umanità e curare la povertà culturale che si toccava con mano fra le baracche». Da piccolo non aveva frequentato il catechismo come tanti coetanei. «I miei erano cattolici ma non praticanti» racconta, eppure sentiva che qualcuno per lui avesse già iniziato a “spianare la strada”. Faceva l’animatore parrocchiale del Grest e durante un campo scuola ad Agrigento decise di accostarsi alla prima confessione e alla prima comunione.

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