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Nelle baraccopoli di Messina si vive sette anni in meno

Si accendono i riflettori a Roma sulle baraccopoli messinesi. Oggi a Montecitorio sarà inaugurata una mostra fotografica e si terrà un convegno promosso dalla parlamentare Matilde Siracusano.

E sui tavoli della politica nazionale rimbalzano i drammatici dati del Report 2019 realizzato dalla Fondazione di Comunità, che ha preso come oggetto della propria indagine sul territorio le “favelas” di Fondo Fucile e di Fondo Saccà.

Numeri e cifre che fanno rabbrividire, a partire da quello relativo alla vita media nelle baracche messinesi, rispetto alle altre zone della città. Dal 1990 all’inizio del 2019 sono morte a Messina 72.216 persone. E in percentuale il numero più alto riguarda proprio residenti nelle zone del risanamento.

A Fondo Saccà e Fondo Fucile la vita media è stata, in questi tre decenni, di 69,7 anni contro i 77 degli abitanti di tutte le altre zone della città, e dunque la popolazione che risiede in baracca vive in media sette anni in meno rispetto agli altri messinesi.

Un terzo degli abitanti delle due baraccopoli è morto nel periodo preso in esame «prima dei 65 anni» e «il 3,7 per cento dei decessi è avvenuto nel corso dei primi mesi o nel primo giorno di vita», con una mortalità perinatale che è il quadruplo rispetto al resto della città. Ma se sono circa 7 mila i messinesi che vivono nelle barac- che, sono 585 le famiglie che vivono altre gravi situazioni di emergenza abitativa. A giorni sarà pronto un nuovo bando e ci saranno i voucher d'affitto per gli aventi diritto.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Messina. 

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