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Ponte sullo Stretto di Messina, è scontro tra Siracusano e Basile

La sottosegretaria: «Sorprende la contrarietà dei sindaci di Messina e Villa». Il primo cittadino: «Non dico no ma ho un ruolo istituzionale». Nel febbraio 2021 l’allora sindaco Cateno De Luca inviava un atto di diffida al Governo Draghi perché inserisse il collegamento stabile tra le opere prioritarie del Recovery Fund

«Sorprende la contrarietà dei sindaci di Messina e di Villa San Giovanni». A innescare la polemica è stata la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano. «Il Ponte sullo Stretto – aveva dichiarato la deputata di Forza Italia, commentando l’esito della Conferenza dei servizi svoltasi martedì a Roma – sarà un grande attrattore di investimenti, un acceleratore per nuove infrastrutture, un volano per avere crescita e occupazione. E i primi cittadini che fanno? Nonostante siano amministratori di territori in difficoltà, si oppongono a questa grande opera».

La spiegazione di Basile

La risposta di Federico Basile, che ieri era a Verona per il Vinitaly, non è diretta alla sottosegretaria ma, più in generale, è un’autodifesa, visti gli attacchi subiti da più parti (i favorevoli lo accusano di essere diventato contrario su “diktat” di Cateno De Luca; il fronte del No gli imputa di non difendere con la dovuta forza la città e i messinesi soggetti alle procedure di esproprio): «Io non sono tra quelli che dicono no al Ponte, ho chiesto garanzie a tutela della città di Messina e del suo territorio. E ribadisco che il Ponte non può e non deve diventare strumento di campagna elettorale».
Il «ruolo istituzionale» Il suo obiettivo è quello di mantenere il proprio «ruolo istituzionale» durante questi mesi che si preannunciano roventi in riva allo Stretto. «Sia chiaro, io faccio il sindaco, e sulla base dei pareri fondati dei miei tecnici, suggerisco delle modifiche necessarie per tutelare il territorio. Il mio è un comportamento lineare e coerente. Io non dico non fate il Ponte. Il mio ruolo non è questo. Dico che il progetto va adeguato ai cambiamenti che sono avvenuti in città e il mio compito è di far sì che l’impatto, dato che si tratta di un’opera invasiva, possa essere attenuato. Non si può fare il Ponte così a occhi chiusi, in fretta e furia, e senza tenere conto delle esigenze della città», questo è quanto dichiarato da Basile.
Nessun passo indietro, dunque, rispetto alla volontà espressa nel proprio programma elettorale, che inseriva il Ponte tra le infrastrutture prioritarie del territorio, ma anche un no secco a quelle che definisce «le operazioni spot», lanciando una frecciata rivolta probabilmente al vicepremier Matteo Salvini. Anche durante la recente puntata di “Scirocco” su Rtp, e nel suo intervento alla Commissione Ponte, a Palazzo Zanca, il sindaco ha detto che «non c’è alcuna fretta, non ci sono pistole puntate alla tempia, se quest’opera si deve fare, e sottolineo se, occorre farla nei tempi giusti, rispettando le istanze dei territori interessati». La questione Ponte non può essere oggetto di «ideologia» ma va affrontata «con pragmatismo»: è questa la linea che Basile intende seguire anche nelle prossime settimane.
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