“La Stretto di Messina è l’oracolo: il Ponte sullo Stretto la panacea di tutti i mali. O almeno così vorrebbero farci credere. E guai a dissentire o pronunciarsi con considerazioni tecniche che non avvalorino questa posizione, ci pensa il Governo a zittire le voci contrarie. Così come pare stia per capitare al direttore generale del Cas Franco Calogero Fazio. Punirne uno per educarne 100. Totalmente in linea con il momento politico”, così il segretario provinciale del Partito Democratico, Armando Hyerace, commenta la notizia della procedura di contestazione finalizzata alla revoca del Dirigente, annunciata dal Presidente Schifani.
“Continuano a ripeterci che la Stretto di Messina, come fosse una fata turchina armata di bacchetta magica, risolverà ogni problema, metterà mani a tutte le incompiute, renderà la Sicilia il nuovo Eldorado. Purché, ovviamente, abbia senso la sua esistenza: ossia venga realizzato il Ponte.
Manca l’acqua in città? Risolve la Stretto di Messina.
È necessario un piano di riqualificazione urbana? Sempre la SdM può risolvere la questione.
E le aree ferroviarie dismesse? Faremo qualche giardinetto qua e la... E di noi, tutti, evidentemente, si ha l’idea di poveri creduloni”, prosegue Hyerace.
“La presenza della Società Stretto di Messina è stato solo un goffo e maldestro tentativo propagandistico, per tentare di ridare lustro ad un progetto dopo che sono saltati i finanziamenti per l'Alta Velocità nei collegamenti ferroviario fra Salerno e Villa San Giovanni e dopo le tante criticità emerse ed irrisolte, anche legate alle infrastrutture viarie di cantiere e di collegamento.
E, come se non bastasse, pare che arrivino le punizioni per chi avanza, con evidente ed indiscutibile cognizione di causa, considerazioni contrarie alla linea della propaganda. Mentre certa politica - commenta Hyerace - continua a essere guidata da logiche di immagine che ricordano un bianco e nero che deve restare lì dov’è, nei libri di storia, Messina rischia di restare bloccata in un circolo vizioso di un progetto inutile e dannoso, senza un reale slancio verso il progresso e la modernità.
E se poi qualche Senatore vicino al Ministro dei Trasporti approva questo modus operandi, che rievoca tempi di purghe e obbligo al pensiero unico, consigli almeno al suo leader nostalgico di partire dalla base: fare arrivare in orario i treni. Almeno (e solo) quello -si dice- nel ventennio funzionava”.
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