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Dissesto a Barcellona, ora lo scontro infuria

Dai numeri della delibera di Giunta, pubblicata sul sito, emerge la gravità dei nodi irrisolti. Un quadro emergenziale a partire dal disavanzo di 38 milioni già a fine 2022 Forza Italia sferza: «Da Calabrò un’affannosa ricerca di responsabilità passate»

Con la pubblicazione, avvenuta ieri sul sito istituzionale, della delibera di Giunta, è oramai ufficiale la presa d'atto dell'impossibilita di ripianare il disavanzo scaturito dal rendiconto 2022, cui si aggiungono le criticità causate dalla mancata attuazione del piano di riequilibrio finanziario rimodulato e da ultimo gli squilibri finanziari sul bilancio di previsione 2023-2025. Tutti elementi negativi che hanno condotto il Comune all'avvio della dichiarazione di dissesto finanziario. Infatti dai dati riportati nella delibera che, dopo l'esame dei revisori, approderà in Consiglio per il voto, si desume che già il rendiconto 2022, chiuso al 31 dicembre, riportava un disavanzo di amministrazione di 38 milioni e 781.713, con una crescita, rispetto al risultato finale del 2021, di 14 milioni e 422.324.
Attualmente l’Ente si trova in gestione provvisoria e sono state avviate le attività per il bilancio 2023-2025. Da una ricognizione delle disponibilità economico-finanziarie risulta la mancata attuazione delle misure del piano di riequilibrio finanziario, anche per l’anno 2023, benché la gestione fosse orientata a criteri di prudenza, di razionalizzazione della spesa, nonché di salvaguardia degli equilibri. Nella delibera di avvio del procedimento che porterà il Comune al dissesto si rileva che il bilancio risente degli effetti delle criticità strutturali che aveva imposto il piano di riequilibrio pluriennale. Tra queste cause, sul piano del mancato incremento delle entrate, si evidenziano: la scarsa capacità di riscossione ordinaria delle entrate patrimoniali e tributarie; la forte difficoltà nell'attività di riscossione coattiva; le difficoltà operative nella gestione del patrimonio immobiliare del Comune, da improntare a principi di redditività e convenienza economica. Sul piano della mancata riduzione delle spese, si rilevano l'elevata spesa derivante da mutui, nonché il ricorso ad anticipazioni di liquidità statali e regionali volti al ripianamento di debiti certi, liquidi ed esigibili; ed ancora la significativa incidenza delle spese manutentive e per l'erogazione di servizi fondamentali. Inoltre si dà atto della cronica carenza di liquidità in cui versa l’Ente, che costantemente utilizza entrate vincolate per legge e che negli anni ha fatto ricorso ad anticipazione di liquidità. Si ravvisano la certezza e la rigidità delle spese obbligatorie per il triennio 2023-2025, per cui, con le attuali risorse, non risulta possibile redigere un bilancio di previsione in equilibrio e idoneo a garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili.

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