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Taormina, la scelta di De Luca per la sua Giunta: «Dico no all’aumento delle indennità»

Il sindaco però esenta gli assessori dal versare le proprie quote al partito

La definisce «una questione di etica e di estetica», con l’obiettivo di mostrare la volontà di instaurare un regime di austerity all’interno del Palazzo. Il sindaco Cateno De Luca stabilisce di non introdurre a Taormina l’aumento delle indennità di carica degli amministratori, previsto dalla Legge regionale 13 del 2022 che ha reso applicabili anche in Sicilia gli adeguamenti degli stipendi di sindaci, assessori e presidenti del Consiglio fissati dalla normativa nazionale. Una facoltà concessa ai Comuni che diversi enti nel comprensorio hanno già sfruttato nei mesi scorsi, approvando delibere e determine per modificare gli importi.
«Mi è giunta sul tavolo la proposta di adeguamento, ma ho detto no – dice De Luca –. Io non percepisco nulla perché sono deputato regionale e con una sola indennità svolgo due ruoli, non sono d’accordo ad adeguarle ma non perché non tocca la mia tasca, ma perché il Comune è in dissesto e ho dovuto aumentare tutto per evitarne un altro, non me la sento davanti ai miei concittadini, pur se le legittimo, di portare gli importi al massimo». Attualmente l’indennità del sindaco è 3.098 euro e passerebbe da gennaio 2024 a 4.140 euro, quella del vicesindaco varierebbe da 1.704 e 2.277 euro, gli assessori guadagnerebbero 1.863 anziché gli attuali 1.394 euro, mentre il presidente del Consiglio salirebbe da 1.380 euro a 1.863 euro. Aumenti che su richiesta possono essere coperti dalla Regione.

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