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Messina, le scorie del corteo “No Ponte” diventano un caso politico

Gli insulti riservati, oltre che al vicepremier, anche al senatore Nino Germanà, diventano un caso politico. Salvini: siamo alle comiche

Ha lasciato scorie sul terreno la manifestazione dei No Ponte, svoltasi sabato pomeriggio a Capo Peloro. Un corteo colorato e pacifico, quello di chi si oppone alla grande opera di collegamento stabile tra l’Isola e il Continente, ma anche con momenti di forte polemica, che non sono passati inosservati. Soprattutto gli insulti che alcuni manifestanti, durante il comizio, hanno riservato, oltre che al vicepremier Matteo Salvini, scontato bersaglio di slogan e cartelli, anche al senatore messinese della Lega Nino Germanà. «Un grosso vaffa...», è stato urlato con l’aggiunta di «uomo di m...». Ed è scoppiato il caso politico, con echi e riflessi anche oltre Stretto.
«La rete No Ponte – afferma Germanà – ha invitato all'odio verso di me e il ministro. Non si diffama e non si mette alla berlina chi non la pensa come te, è legittimo manifestare ma non si insulta pubblicamente chi democraticamente e con voto di 2 terzi del Parlamento vuole realizza una grande opera, prevista dall’Europa, con la quale si può rilanciare l’intero Sud. Toni discidevoli, vergognosi, con istigazione a insultarmi, al microfono degli organizzatori. E ancora nessuno si è scusato, né la Rete No Ponte, non il Pd, non la Cgil, non il M5S, non Legambiente, non il Wwf. L'odio non si deve propalare, la politica si fa nelle assemblee democraticamente elette. Ma tanto non arriveranno scuse – insiste Germanà –, per loro è normale insultare gli avversari. Sono orgoglioso di essere motore per la realizzazione del Ponte, come tutti i messinesi. Messinesi che l’anno scorso hanno eletto 30 consiglieri comunali pontisti su 32 (gli altri 2 sono del Pd, i 5 Stelle spariti e la Rete No Ponte non è riuscita a eleggere nessuno, meno di 2000 voti su 220.000 messinesi...)».
A solidarizzare con il collega parlamentare, è stata la senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo: «Fermo restando il diritto di manifestare e di esprimere liberamente il proprio pensiero ritengo doveroso rappresentare la mia solidarietà al senatore Nino Germanà, vittima di pesanti insulti nell’ambito del corteo No Ponte di sabato a Torre Faro. Al di là delle posizioni riguardo all’opera, che ciascuno è libero di esprimere, ritengo il ricorso all’insulto una degenerazione ingiustificabile, oltreché inutile e pericolosa.

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