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Piano di riequilibrio, i giudizi della Corte dei Conti diventano un caso politico tra Messina e... Taormina

Russo e Calabrò (Pd) oggi terranno una conferenza stampa. L’ex sindaco De Luca: «Ho sbloccato una città anonima»

Antonella Russo e Felice Calabrò, consiglieri del Pd Messina

Gli ennesimi richiami della Corte dei Conti, stavolta pericolosamente vicini ad una linea del traguardo definitiva, sono diventati, giocoforza, anche un caso politico. Se da una parte il sindaco Federico Basile prova a concentrarsi solo sul passaggio amministrativo da compiere, e cioè la risposta da inviare entro il 7 luglio in modo da arrivare nelle migliori condizioni possibili al “giudizio finale” del 18 luglio, dall’altra si solleva l’inevitabile polverone, accentuato dalla concomitanza con la campagna elettorale che tocca anche Messina, teoricamente di striscio, ma la tocca eccome.

È logicamente la campagna elettorale di Taormina, che vede tra i competitor l’ex sindaco di Messina Cateno De Luca e un veterano del Pd come Mario Bolognari, l’evento che più di altri interessa il capoluogo. Era così già nelle scorse settimane, quando la crisi politica di Palazzo Zanca che ha portato allo stallo totale sull’ufficio di presidenza del consiglio comunale si è incrociata, giocoforza, con le strategie taorminesi di De Luca (e di Alessandro De Leo, che oggi riveste il doppio ruolo di consigliere comunale a Messina e candidato sindaco “di facciata” a Taormina). È così a maggior ragione oggi, in cui lo stesso De Luca utilizza l’arma della capacità di risanare i conti di un Comune e di gestire un piano di riequilibrio nel confronto taorminese con Bolognari.
Ecco perché la dura relazione della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio di Messina, che è un piano di riequilibrio evidentemente targato Cateno De Luca (con Federico Basile che, prima da tecnico e poi da sindaco, ha avuto un ruolo altrettanto chiave) finisce per diventare tema centrale nel dibattito politico.

Il Pd, già all’indomani dell’arrivo della relazione, ha detto la sua in maniera netta, sia con il dimissionario segretario provinciale Nino Bartolotta, sia con i consiglieri comunali Antonella Russo e Felice Calabrò, che hanno parlato di «un quadro a dir poco allarmante, che fa a pugni con la ricostruzione mediatica e social dell’ex sindaco De Luca, che ha sempre detto che lui “il sindaco lo sa fare”, che aveva salvato Messina dalle sabbie mobili del dissesto». Russo e Calabrò torneranno a parlare oggi, in una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 a Palazzo Zanca.
Ma De Luca non attende e con una delle sue dirette “vecchia maniera”, in pigiama di primo mattino, passa al contrattacco: «Ma perché vi agitate così tanto – dice l’ex sindaco –? L’udienza è fissata a luglio, siamo arrivati, sarà quella conclusiva. Quando sono arrivato ho preso una città in ginocchio, un piano di riequilibrio fermo al 2013, nessuno ci ha voluto mettere mani. La città era paralizzata. Mi sono preso la responsabilità di mettere mani nella melma, generata dai sindaci che mi hanno preceduto».

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