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Elezioni Pace del Mela: La Malfa punta sulla sostenibilità, Pagano pianifica, Bianchetti sorprende

«Fare il sindaco del mio paese è stato per me un grande onore, ma anche un onere impegnativo per il quale mi sono speso con totale abnegazione. Il mio obiettivo continuare ad amministrare per completare il percorso avviato, con spirito di servizio, in modo pratico, sempre per il bene di Pace del Mela. Guardando al futuro delle nuove generazioni, cui voglio lasciare un paese vivo, più verde, sostenibile».
Parla così Mario La Malfa, 50 anni, «da buon padre di famiglia, che sente la responsabilità del lavoro fatto e di quello ancora da fare», a due settimane dal voto per la carica di primo cittadino. In questa scalata per il secondo mandato, è pronto a sfoderare i sui assi, sostenuto dalla sua “Per Pace del Mela”, che chiama "grande famiglia", una squadra che non ha nessuna identificazione con partiti politici ma con accanto figure di rilievo, come il deputato nazionale di Forza Italia Tommaso Calderone, il deputato regionale di Fratelli D'Italia Pino Galluzzo e il componente segreteria regionale del Pd Giacomo D'Arrigo.

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«Pace del Mela deve avere nuove progettualità per puntare al rilancio economico. Il nostro è un comune che ha una localizzazione strategica per promuovere idee realizzabili e sostenibili». L’architetto Danilo Pagano è convinto che con la sua Amministrazione possa arrivare la svolta in un territorio che oltre ad essere sede di una delle aree industriali più importanti di Sicilia è inserito anche nella zona Zes, da lui ritenuta “un’opportunità, tenuto conto che, come più volte affermato anche in ambito nazionale, le aree individuate, nel loro insieme, potrebbero diventare hub logistico, energetico e produttivo dell’intera regione mediterranea. Pagano, 56 anni, capogruppo di minoranza consiliare ed erede della lunga esperienza politica del padre Francesco Pagano, sindaco dal 1979 al 1989, e del fratello Carmelo, primo cittadino dal 1998 al 2003 propone «un modo diverso di amministrare, ascoltare la gente, programmare. Una visione innovativa ma soprattutto la voglia di mettersi al servizio dei cittadini e rilanciare il nostro paese». E intende farlo partendo dalle opportunità offerte dal particolare momento storico.

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«Le persone vere spaventano. per questo spesso rimangono sole. Perché sono sincere. Perché sono oneste. Perché quando vogliono dire qualcosa, lo dicono nel modo più vero che conoscono».
È stato questo uno dei passaggi più fieri del discorso elettorale pronunciato in piazza, il 12 maggio, da Angela Bianchetti, 67 anni, pasionaria della lotta all’inquinamento con alle spalle tre consiliature al Municipio, nel segno di un’opposizione solitaria. Un personaggio speciale che in modo sorprendente, ma non troppo, ha fatto irruzione nel campo politico segnato dal duello La Malfa-Pagano per portare tutto il peso di battaglie sull’edilizia e sull’ambiente che negli anni scorsi le sono costate anche una successione di minacce anonime di morte, tutte girate subito ai carabinieri. Inevitabile domandarle subito come le sia venuta in mente, dopo decenni di barricate, d’ambire al ruolo di “prima cittadina”. E la risposta è semplice: «Vedo Pace morire piano piano e voglio dare una spinta ai cittadini, una motivazione per non stare più in questa apatia. Il voto è un segno di libertà, Fare la consigliera di opposizione è stato bellissimo. Sono stata la loro voce e sono stata “di parte” sì, perché non volevo condividere la latitanza, il mutismo, il menefreghismo di chi esercitava il potere. Adesso, proviamo a cambiare, tutti insieme». E non è una cavalcata solitaria: «Di me dicono che non ho la “cultura” ma io so leggere i documenti e so anche scrivere quanto serve a tutela dei cittadini, qualche volta chi legge pensa che le cose che scrivo io le abbia scritte un avvocato. Ma io mi applico, studio i casi simili, mi consulto e scrivo.

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