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Comune di Messina, tra vendette e veleni non si sblocca l'affaire presidenza

Ieri l’ex maggioranza si è riunita nuovamente per fare il punto. Nessuno si è sbottonato sui contenuti del faccia a faccia, ma il clima, a Palazzo Zanca, è tesissimo

Non si sblocca l’impasse che si è creata a Palazzo Zanca attorno al prossimo ufficio di presidenza del consiglio comunale. Una novità c’è, però, ed è la data della prossima seduta, quella che tocca all’attuale consigliere “anziano” (cioè il più votato) convocare, Alessandro De Leo. L’Aula tornerà a riunirsi, infatti, lunedì prossimo per un passaggio formale: la surroga del dimissionario Cateno De Luca con la new entry Salvo Caruso. Come previsto, ci si è presi tutti i dieci giorni di tempo (e anche oltre) per lo step successivo all’addio di De Luca, un addio doppiamente strategico: evitare possibili problemi giuridici legati alla candidatura a sindaco di Taormina e, appunto, prendere tempo per provare a trovare una quadra sempre più complessa.
L’antefatto è noto: il “divorzio” tra i deluchiani e i leghisti di Prima l’Italia (Amalia Centofanti e Peppe Villari) e il cambio di casacca delle consigliere Emilia Rotondo e Giulia Restuccia, passate al gruppo Misto (sponda Cuffaro) hanno ridotto sensibilmente le cartucce della maggioranza, che così si è ritrovata nel giro di poche ore in parità numerica con il centrodestra (15 a 15), e con i due consiglieri del Pd inatteso ago della bilancia. Il tutto proprio nel momento clou della votazione del nuovo ufficio di presidenza, con il candidato favorito, Nello Pergolizzi, che favorito non è più.

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