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Il Pd messinese guarda già oltre: «Congresso entro due mesi»

Dopo le primarie, il segretario Bartolotta non perde tempo: «Serve una nuova guida»

Le primarie che hanno consegnato la guida del Partito democratico a Elly Schlein sono un punto d’arrivo, da un lato, ma anche (e per certi versi soprattutto) un punto di partenza per Il Pd messinese, dove si apre un’altra partita. Uscito con le ossa rotte dalle tornate elettorali dell’anno scorso, il partito guarda alla fase congressuale come ennesima occasione di svolta. Il segretario provinciale Nino Bartolotta, che già all’indomani delle elezioni di settembre aveva rimesso il mandato nelle mani dell’assemblea, dopo l’esito delle primarie di domenica è stato chiaro: «Ritengo opportuno e doveroso anticipare i tempi per celebrare il congresso provinciale e ridare la parola agli iscritti». Di fatto Bartolotta si dimette di nuovo e stavolta punta dritto al congresso: «Non ho ancora potuto parlare col segretario regionale Barbagallo – spiega alla Gazzetta –, ma chiederò tempi brevi. Entro massimo due mesi Messina deve avere una nuova segreteria provinciale e anche quella cittadina». Vacante, quest’ultima, proprio da settembre, quando lontano dai riflettori si è dimesso l’ex candidato sindaco Franco De Domenico (negli stessi giorni in cui Pietro Navarra lasciava il Pd per abbracciare Forza Italia).
I rapporti di forza nel partito sono cambiati, ma non emerge una leadership definita. Il risultato delle primarie è duplice: una netta preferenza per Schlein in città e in particolare nel centro, prevalenza di voti per Stefano Bonaccini nelle roccaforti più “identificabili” con alcuni ras di partito: in città, ad esempio, a Castanea, feudo di Tani Isaja; in provincia a Savoca (proprio Bartolotta), San Teodoro (Calogero Leanza), Capo d’Orlando (Carmelo Galipò), Patti (Valentina Martino). Più variegati e meglio “distribuiti” i sostenitori di Schlein (in apertura di campagna un documento con oltre 60 firme ne dichiarava l’appoggio), che ieri hanno manifestato la propria soddisfazione: «Siamo solo all’inizio di una fase di profondo cambiamento che deve vedere impegnati non solo chi ha reso possibile questo straordinario risultato, ma anche chi, dentro e fuori dal Pd, ha sostenuto altre candidature alla segreteria e che crede sia necessaria una profonda rigenerazione del partito». Porte aperte, dunque.

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