Prima il voto per poterne prevedere l’introduzione, poi l’ordine del giorno per sollecitare il cambio. Il Consiglio trova compattezza, attorno alla rivoluzione degli organi di governo delle partecipate. La revisione è partita dall’Atm e ora toccherà a Messina Servizi ed Amam. Un doppio “attacco” alla struttura attuale delle società che sono il braccio operativo del Comune, che contano quasi 1500 dipendenti e che sono guidate da uomini scelti da Cateno De Luca.
Il primo passaggio si è consumato ieri in aula dopo che per settimane si sono inseguiti pareri e controdeduzioni sulle modifiche degli statuti.
A proporre il maxi emendamento per la modifica della governance dell’Atm è stato il gruppo del partito democratico, primo firmatario Alessandro Russo. Prima il tentativo di introdurre l’unica opzione della gestione tramite amministratore unico, poi la rettifica dopo l’intervento della Segretaria generale e dei dirigenti che hanno indicato come fosse necessario lasciare entrambe le opzioni possibili.
E così ieri l’emendamento che di fatto riscrive l’intero statuto della partecipata della mobilità è stato messo ai voti e, con ampia maggioranza, è stato approvato. Hanno detto “sì” in sedici, tutta l’opposizione alla amministrazione De Luca, mentre i suoi sostenitori hanno scelto la via dell’astensione.
Messina, attacco in aula alle Partecipate: il centrosinistra chiede un reset
Il consiglio comunale ha votato il cambio di statuto dell’Atm. A grande maggioranza è stata introdotta la priorità di una governance, con un solo amministratore, poi la richiesta di azzeramento a Santoro
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