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Messina, Nino Germanà (Lega): «No al “modello Draghi”. Il centrodestra dovrà avere un suo candidato»

- Per ognuna delle prossime competizioni elettorali è stato detto: “Non si farà nulla prima del voto per il Quirinale”. Adesso quel voto c’è stato. E il quadro politico sembra più confuso che mai.
«La partita del Quirinale ha lasciato strascichi in tutti i partiti. Anche nel Pd, nel M5S, poi, non ne parliamo. Ma guardando a casa nostra, il centrodestra, si può dire che Salvini ha giocato la partita da leader della coalizione, con grande lealtà. È stata proposta, dopo le schede bianche, la seconda carica dello Stato, che peraltro è di Forza Italia, e su quel nome si è spaccata proprio Forza Italia. Fratelli d’Italia invece era stata compatta, ma il giorno prima si era misurata su Crosetto».
- Insomma, ha ancora un senso parlare di coalizione di centrodestra?
«Il centrodestra è maggioranza nel Paese. E quando penso ad una competizione elettorale, penso che il nostro elettorato creda ancora in questa coalizione. Bisogna soprattutto che Salvini e Meloni trovino un’intesa».
- Eppure c’è chi invoca un “modello Draghi” anche in altri contesti. Miccichè, ad esempio, lo fa da tempo per la Regione.
«Questo governo è un’anomalia, ricordiamoci che nasce per superare l’emergenza pandemica, non come modello politico. A me sembra irrealizzabile, però mi chiedo: Forza Italia dove vuole stare? Berlusconi ha sempre detto che è il fondatore del centrodestra».
- Intanto, però, Musumeci insiste sulla ricandidatura e incassa pure l’endorsement della Meloni.
«Musumeci aveva detto che non si sarebbe ricandidato, invece si autocandida e chiude un accordo con Fratelli d’Italia. Voglio fare notare, però, che dopo l’endorsement della Meloni le reazioni della coalizione sono state molto fredde».

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