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Messina, l’ultimo scontro tra Aula e il sindaco De Luca

Il Consiglio comunale approva la delibera con cui si mette in liquidazione la “Patrimonio Spa”

È l’ultimo degli atti di “guerriglia” tra la maggioranza consiliare e l’Amministrazione De Luca. Con 17 voti favorevoli, un’astensione e tre contrari, è passata in Consiglio la delibera riguardante la messa in liquidazione della società Patrimonio Messina Spa, la più recente delle partecipate create dal sindaco, dopo la nuova Atm, la Messina Social City e la Messina Servizi Bene comune (che, in realtà, era stata concepita durante il precedente quinquennio amministrativo). Una delibera che fa seguito a quella del 29 dicembre concernente la riorganizzazione e la razionalizzazione delle società collegate alla “casa madre”, cioè Palazzo Zanca, con cui la variegata maggioranza d’Aula (Pd, Sicilia Futura, Movimento 5 Stelle, Ora Messina, Lega, LiberaMe, lista Bramanti sindaco) aveva dato già una precisa indicazione: «La Patrimonio Spa va liquidata, è un inutile carrozzone creato da De Luca».
Immediata, in quell’occasione, fu la replica della vicesindaca Carlotta Previti. Immediata anche stavolta la risposta dell’Amministrazione e dei vertici della stessa “Patrimonio Spa”, che hanno comunicato di voler impugnare le due delibere, perché «completamente prive di legittimità» e di denunciare i consiglieri comunali che le hanno votate, «per danno erariale», avendo «consapevolmente adottato provvedimenti “contra legem”». Il “management” della società ha richiesto un parere legale che «conferma l’esistenza dei presupposti per impugnare la delibera del 29 dicembre 2021 e quella approvata ieri».
Tra i consiglieri che hanno votato contro c’è Nello Pergolizzi, a nome del gruppo consiliare misto: «Alla luce di quanto disposto dall'articolo 3 della legge 241 del 1990, ritengo che la proposta di delibera sia invalida per violazione di legge, in quanto lo stessa è sfornita di adeguata motivazione. Infatti, nel testo della proposta non vengono espressi compiutamente i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche alla base dell'atto».

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