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Messina, alta capacità... di raccontare frottole

Storia di un grande imbroglio che si concretizza nel Piano nazionale di ripresa e resilienza

Il premier Draghi lo ha detto, non tuonando, perché non è il suo stile, ma con una particolare accentuazione dell’aggettivo utilizzato: «Quella tra Salerno e Reggio Calabria sarà vera Alta velocità, avremo treni che andranno a 300 chilometri all’ora». Ma le cose non stanno così. Lo dicono tecnici ed esperti: il tracciato scelto non consentirà la “vera” Alta velocità, ma una sorta di via di mezzo, una parvenza di “Av”, chiamiamola con il suo nome: un miglioramento delle attuali condizioni di collegamento ferroviario dalla Campania alla Calabria. E questa sarebbe la rivoluzione epocale? Lo stesso vale per la tanto sbandierata nuova linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina: si passa dal binario unico al doppio binario. E questa sarebbe la rivoluzione epocale?
Nel Pnrr, lo sanno ormai anche le meduse dello Stretto, il Ponte non è entrato, perché il ministro Giovannini ha deciso che non c’erano i tempi per realizzarlo entro le scadenze imposte dall’Europa, cioè entro il 2026. Lo stesso ministro che ieri si è contraddetto, affermando che l’Alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria, inserita nel Pnrr, non potrà essere completata prima del 2030.

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