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Messina, gli atti su cui sarà obbligato il confronto tra Amministrazione e Consiglio

Alcuni fronti richiederanno necessariamente un dialogo, nell’esclusivo interesse della città

La lettera di dimissioni stracciata dal sindaco Cateno De Luca

Si riparte in un clima vietnamita. Così abbiamo giustamente intitolato nell’edizione di ieri. Ma anche quella del Vietnam, una delle guerre più “sporche” dello scorso secolo, durata vent’anni, a un certo punto si concluse. Ed ora si tratta di capire su quali basi il rapporto De Luca-Consiglio possa proseguire: sarà un conflitto permanente o ci sarà qualche spiraglio, possibilità di trovare punti d’accordo su singoli atti amministrativi? Alcuni fronti richiederanno necessariamente un dialogo, nell’esclusivo interesse della città. Lo abbiamo già evidenziato nei giorni scorsi: c’è un nuovo Piano regolatore generale da discutere e approvare. Nel bel mezzo della pandemia, tra emergenze di ogni genere, ci si è dimenticati del più importante strumento di pianificazione urbanistica, la cui discussione non può essere rinviata ulteriormente. Qualcuno ricorderà le durissime polemiche sulla cosiddetta Variante di salvaguardia, il “salva Colline”, predisposta dalla precedente Amministrazione, su cui però il Consiglio comunale dell’epoca non ritenne di doversi pronunciare e che successivamente la Giunta De Luca ha giudicato inutile, alla luce proprio della stesura del nuovo Prg. Ecco, questo è uno dei terreni dove dovrà prevalere il senso di responsabilità, anche per evitare che nel caos urbanistico si annidino ancora una volta, come accaduto nei decenni scorsi, propositi di speculazione edilizia fine a se stessa e di devastazione del territorio.

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