«L’Amministrazione si è isolata, non vuole dialogare col Consiglio e con me? Ne prendo atto». Il presidente del consiglio comunale, Claudio Cardile, è serafico come sempre e non si scompone, dopo il ritiro di dimissioni «sulle quali non avrei scommesso un euro». Ma ci assicura: «Io finora sono stato un elemento di mediazione con l’Amministrazione, non svolgerò più questo ruolo ma manterrò sulle proposte di delibera l’atteggiamento di terzietà che ho sempre avuto. Con l’Amministrazione avrò solo un rapporto istituzionale, ci scriveremo con le carte, senza atteggiamenti confidenziali. La gestione dei lavori da oggi in poi? Mi viene addirittura semplificata, perché il consiglio comunale è molto compatto, al di là degli schieramenti politici. Il grande merito del sindaco è stato proprio quello di aver compattato il consiglio comunale, tranne poche eccezioni». E in Aula cosa accadrà? «I vari gruppi politici immagino che cambieranno atteggiamento – dice Cardile –. Sono state lanciate offese gratuite ad un’Aula che fino ad oggi forse è stato addirittura troppo permissivo nei confronti del sindaco. È l’Amministrazione che ha voluto cambiare i rapporti. La sfiducia? Penso che, come presidente, questo tipo di azione non debba partire da me. Se deve partire da qualcuno deve partire dai gruppi politici. Penso che ci sarà cautela da questo punto di vista. Di fatto il consiglio comunale l’ha sfiduciato, in modo anche largo».
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