È un piano di aiuti “in divenire”, quello che il sindaco Cateno De Luca si appresta a varare per imprese e famiglie messinesi. E lo è perché ci sono somme che ancora sono bloccate, altre per le quali vanno perfezionati alcuni passaggi burocratici e, per il resto, «ci muoviamo con i mezzi che abbiamo». Che per i sindaci, «noi che siamo in trincea», sono sempre troppo limitati rispetto alla situazione da fronteggiare. Tra le certezze, c’è la riapertura del Coc, il centro operativo comunale di protezione civile, altrimenti detto «gabinetto di guerra». E poi una nuova ordinanza, che verrà firmata entro venerdì e che avrà lo scopo di armonizzare le regole messinesi alle disposizioni dell’ultimo Dpcm e del provvedimento del presidente della Regione.
Il cuore dell’intervento del sindaco, però, riguarda l’imminente delibera di Giunta che rappresenterà «un disegno organico di sostegni e di servizi, per cercare di tenere viva la speranza sulla fase successiva a questa seconda ondata di pandemia. Una strategia complessiva che in parte ricalca quella che già abbiamo messo in campo nella prima fase dell’emergenza».
Servono risorse, però. Come quelle di Agenda urbana: «Abbiamo 4,6 milioni di euro, somme che devono essere destinate al sostegno delle piccole imprese della città, e sono ferme. Allora sollecitiamo l’assessore regionale Turano a sbloccare queste risorse, che possono essere date a fondo perduto alle nostre attività. Appartengono alla città di Messina». Altri 4 milioni di euro circa serviranno «a far ripartire il sostegno alimentare, con una quota, pensiamo al 50%, da destinare a buoni da utilizzare presso i ristoratori della città». Poi c’è il solito nodo delle risorse «che Stato e Regione devono darci: circa 60 milioni di euro di liquidità. Prima di fare proclami, mandateci i soldi che già dovevate darci». Altre somme, 1,5-2 milioni, arriveranno da economie di bilancio di Palazzo Zanca.
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