La proposta di legge speciale per eliminare le baraccopoli di Messina potrebbe avere tempi rapidissimi, con una vera e propria corsia preferenziale in Parlamento. C’è già un ampio accordo tra Centrodestra e Partito Democratico, nella consapevolezza della “trasversalità” di un tema dove nessuno può e deve mettere il proprio “cappello” politico ma tutti sono chiamati a remare nella stessa direzione.
Un passo concreto, in tal senso, è stato compiuto ieri mattina: la presidente dei deputati di Forza Italia, Mariastella Gelmini, ha chiesto, infatti, durante la riunione dei capigruppo di Montecitorio, la calendarizzazione con procedura d’urgenza del disegno di legge sulle baraccopoli in riva allo Stretto proposto dalla deputata messinese Matilde Siracusano e sottoscritto, oltre che dall’ex ministra del Governo Berlusconi, anche da Lega e Fratelli d’Italia.
«Il presidente della Camera, Roberto Fico – dichiarano Maria Stella Gelmini e Matilde Siracusano – ha preso atto della nostra richiesta e ha comunicato a tutti i presenti che il tema in questione sarà oggetto della prossima riunione dei presidenti di gruppo. Siamo certi che anche le forze politiche di maggioranza, con le quali abbiamo già avviato un dialogo costruttivo per risolvere una volta per tutte la drammatica situazione che vivono i messinesi nelle baracche, sosterranno questa nostra iniziativa per esaminare la proposta di legge in Parlamento già nel mese di aprile, e per poter arrivare nel più breve tempo possibile all’approvazione di questa fondamentale legge dello Stato».
Come già preannunziato nelle scorse settimane, su questo stesso argomento vi è un’altra iniziativa parlamentare, avviata dal deputato messinese del Pd Pietro Navarra. Dagli incontri avuti dallo stesso Navarra con la rappresentanza delle forze politiche del Centrodestra emerge la volontà di arrivare a un testo unico. La proposta di Navarra prevede uno stanziamento complessivo di 230 milioni di euro (50 milioni per l’anno 2020 e di 90 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022) «per assicurare la realizzazione di quegli interventi indifferibili ed urgenti che permettano il definitivo superamento dell’emergenza sociale. Secondo quanto previsto dalla proposta di legge, toccherà al commissario straordinario nominato dal Governo, d’intesa con la Regione siciliana e il Comune di Messina, programmare l’uso delle risorse finanziarie e sovrintendere alle fasi di prosecuzione e completamento delle attività. Il commissario potrà avvalersi di strutture delle amministrazioni centrali o territoriali interessate, con particolare riguardo all’Agenzia per il risanamento e la riqualificazione urbana della città di Messina, nel limite delle risorse disponibili».
E a chi solleva dubbi sull’effettiva percorribilità di questo iter parlamentare, ricordando che nell’autunno del 2018 il Governo risposte negativamente alla richiesta del sindaco De Luca di poteri speciali, Navarra risponde così: «Lo stato di emergenza è nei fatti e il Governo non può che prenderne atto. Nel reticolato urbano su cui insistono le quasi 2.500 baracche il degrado ambientale si tocca con mano per le condizioni igienico-sanitarie carenti, per gli scarichi fognari a cielo aperto, per i cumuli di rifiuti abbandonati, per le esalazioni maleodoranti e per le coperture delle abitazioni in cemento-amianto le cui polveri velenose sono entrate dentro le abitazioni depositandosi sui tavoli, sui letti e nei bagni. Non siamo di fronte a un disastro conseguente a una calamità imprevista e imprevedibile, ma abbiamo comunque il dovere di rispondere a un grido di soccorso da parte di una comunità attualmente condannata a un ineluttabile sottosviluppo ambientale, economico e sociale».
La proposta di Matilde Siracusano e di Maria Stella Gelmini (che, ricordiamo, è stata a Messina nei giorni scorsi e ha visitato le baraccopoli di Camaro e Fondo Fucile, assieme a un’altra ex ministra, Stefania Prestigiacomo) reca come titolo “Disposizioni per la gestione dell’emergenza legata al risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina. Nomina del commissario straordinario”. «La proposta di legge – recita il testo – affronta il problema socio-ambientale più grave in cui si dibatte ancora la città di Messina: la presenza di oltre 70 baraccopoli nel centro urbano del Comune, dove vivono circa 8 mila persone in condizioni di estremo degrado». La somma prevista è leggermente superiore a quella indicata da Navarra: 250 milioni per gli anni 2020, 2021 e 2022. Oltre ai poteri speciali da assegnare al sindaco o a chi deciderà il Governo, vengono inserite tali previsioni: «L’istituzione di Zone economiche speciali al fine di favorire la ripresa e lo sviluppo delle attività imprenditoriali e degli investimenti all’interno dell’area del Comune di Messina; interventi per garantire l’inclusione sociale e la formazione professionale, al fine di favorire l’aumento dell'occupazione e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone economicamente o socialmente deboli negli ambiti territoriali di risanamento oggetto della legge».
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