L’anno del cambio di passo. Lo definisce così il sindaco nel suo comizio di inizio anno. Ma le sorti di Palazzo Zanca nel 2020 si giocheranno subito, fin dai prossimi giorni, perché Cateno De Luca impone al Consiglio comunale l’ennesimo ultimatum: «Mi presenterò in Aula il 10 gennaio e chiederò la sottoscrizione di un nuovo Patto per la città. Sarà come porre la questione di fiducia sul sindaco. Deve nascere un integruppo consiliare “Per Messina”, lavorare per la città e non per il “prurito” di qualche segreteria cittadina».
«Un patto per Messina, voglio sapere quali consiglieri ci staranno. Scrivere con noi una pagina di governo della città nel 2020. Io non consumerò alcun atto con i partiti e le segreterie politiche. Chiamerò in questi giorni ogni consigliere, ognuno dei 32. Non chiedo di rinnegare il partito o il gruppo di appartenenza, ma chiedo che venga organizzato in Aula un intergruppo capace di sventare le trappole e gli “incidenti di percorso”. Voglio capire chi ci sta, cioè chi ci metterà la faccia. Su questo costruiamo il nuovo Patto “il cambio di passo”. Noi siamo qui col ramoscello d’ulivo, noi siamo in pace, è non è una pace tra Consiglio e Giunta, ma con la città, disponibili ad andare avanti con un patto chiaro e punti programmatici ben definiti da attuare entro il 31 dicembre 2020, poi ne riparleremo di nuovo».
«Possiamo passare insieme alla storia per avere rilanciato la città, se riusciremo a deporre gli egoismi. Questo patto – ribadisce il sindaco – andrà in Consiglio per essere dibattuto e votato. Se manca la fiducia, noi ci abbiamo tentato, continueremo ad amministrare fino all’ultimo giorno utile, assicureremo il periodo più breve possibile di commissariamento. Io mi ripresenterò al giudizio degli elettori perché ho le carte in regola, vedremo gli altri. I primi giorni di marzo presenterò le dimissioni. A quel punto deciderà la città. Non accetterò compromessi al ribasso né ricatti. Lo ripeto: noi vogliamo andare avanti, non faccio lo sfasciacarrozze di mestiere ma nemmeno il pupo, la mia etica m’impone una scelta. Dieci giorni di tempo per decidere, o si stringe subito un’alleanza per la città o andiamo al voto. Non ci sono alternative».
La prova che la Giunta vuole continuare il suo percorso è nell’annuncio dei nuovi ingressi e delle scelte ufficializzate ieri sera da De Luca. Sono due i nuovi assessori. Il primo, l’ingegnere Francesco Caminiti di Roccalumera, si occuperà di gestione del patrimonio e della pianificazione infrastrutturale delle rete dei sottoservizi, comprese le spinose vicende dei lavori della fibra ottica e dell’appalto da quasi 40 milioni per la pubblica illuminazione che ancora non sta dando i suoi frutti.
Il secondo, è un giovane di 27 anni, anche lui ingegnere, di nome e di fatto, si chiama infatti Salvatore Ingegneri, subentrerà, ma solo a partire da giugno (in questi mesi farà apprendistato da consulente del sindaco), all’assessore alla Scuola Enzo Trimarchi, e avrà deleghe specifiche alla formazione professionale, all’occupazione giovanile, alle start up e ai tentativi per bloccare la fuga dei giovani da Messina.
Altre due le novità significative. Valeria Asquini, già componente del Cda, è la nuova presidente della Messina Social City, al posto di Enrico Bivona. L’avvocato Alberto Vermiglio, già presidente dell’Aiga, è il consulente che dovrà occuparsi dell’iter del secondo Palagiustizia. Le nomine di Ingegneri in Giunta e di Vermiglio come esperto sembrano segnali chiari diretti ad alcuni consiglieri ai quali il sindaco chiederà di intestarsi la nascita dell’intergruppo “Per Messina”.
Il sindaco ne ha citati due (Massimo Rizzo e Nino Interdonato che hanno suggerito il nome di Vermiglio) mentre Ingegneri è stato storicamente nel gruppo Giovanile di De Luca nella sua campagna elettorale.
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