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Tari a Messina, ci sono evasori anche fra gli assessori comunali. L'ira di De Luca

Cateno De Luca

L’evasione dai tributi comunali è uno dei crucci del sindaco Cateno De Luca. Ed è sacrosanto che sia così, visti certi numeri, snocciolati dallo stesso sindaco in più occasioni, non ultima la maxi-relazione sul primo anno di mandato, con annesso comizio in piazza.

Prediamo la Tari: sono circa 50.000 i paganti effettivi su 135.000 fra iscritti (100.000) e “sconosciuti” (35.000). In sostanza solo un messinese su tre paga il tributo sui rifiuti. La “sorpresa” che pare aver creato qualche malumore, a Palazzo Zanca, è che tra quei due messinesi su tre che non lo pagano ci sarebbero nomi eccellenti dell’Amministrazione comunale.

Una voce che evidentemente è arrivata all’orecchio di De Luca, che ieri sui social ha annunciato una novità: «Il progetto “U pisci feti da testa”. Un vecchio detto che stiamo applicando al palazzo municipale. E porterà alla creazione di una banca dati che servirà a verificare se gli “inquilini” del Palazzo sono in regola coi tributi, con le tariffe, con le sanzioni. Non solo gli impiegati comunali, i funzionari, i dirigenti ma anche i dipendenti delle partecipate, i consiglieri comunali, gli assessori, il sindaco. Tutti».

E in effetti alla Gazzetta del Sud risulta che ci sarebbero proprio degli assessori, tra chi non è in regola con la Tari. Tre, forse quattro. A cui si aggiunge almeno un nome della galassia delle società partecipate. Ed è possibile che di “sorprese” ce ne siano altre.

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