Un sindaco in campagna elettorale permanente. Un consiglio comunale che, dai tempi della maratona d'Aula sul “salva Messina”, non ha più prodotto granché, proprio per mancanza di rilevanti atti deliberativi. Un Governo regionale che promette, assicura, garantisce ma poi non si sa bene cosa stia realizzando in termini concreti per la città. Ecco come si presenta Messina all'inizio della Settimana Santa, come un viandante lungo la strada del Calvario, in attesa di una, purtroppo ancora improbabile, resurrezione.
De Luca ieri è partito «per una missione speciale in Sardegna», ennesima tappa di questa campagna per le Europee che lo vede protagonista come se fosse lui il candidato in prima persona. E di fatto lo è, anche se sui manifesti compare il nome e il volto di uno dei suoi assessori, Dafne Musolino, la “prescelta” tra tutti gli altri componenti della Giunta. L'abilità politica del sindaco è fuori discussione.
Ma la città soffre, a dimostrazione che nessuno ha la bacchetta magica, neppure quelli che urlano nei comizi. Qualche opera pubblica sta andando avanti - ma sono tutte eredità del passato, come il porto di Tremestieri (il cui cantiere stenta a decollare ) e la nuova via Don Blasco -, qualche alloggio è stato assegnato ai baraccati (ma anche in questo caso, si tratta di progetti ultradecennali arrivati in porto, come quelli di villaggio Matteotti e di Camaro Sottomontagna).
C'è stato un leggero incremento nella raccolta differenziata ma, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, siamo ancora lontani dal traguardo del 60% fissato per luglio. Tutte le aziende partecipate, vecchie e nuove, hanno problemi di vario genere. Del Piano di riequilibrio e delle misure “salva Messina”, dopo l'ubriacatura dei mesi scorsi, non si parla quasi più, tranne che per i debiti fuori bilancio all'esame della competente commissione.
Ma da ieri il sindaco è in “missione speciale” in Sardegna. “A si biri”, che signica tanti saluti, in lingua sarda.
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